Il primo, un giovane e illuso giornalista siciliano, figlio di un mafioso che voleva scrivere sul suo giornale che la mafia è una montagna di merda.
Che aveva trasformato tano seduto, padrino di Cinisi, l'uomo che abitava a 100 passi da casa, in una macchietta nelle sue trasmissioni su radio out.
L'altro, lo statista, il presidente della Democrazia Cristiana, il partito del grande centro ma anche dei grandi scandali. L'uomo di Stato che lo stato decise di sacrificare in nome di una non credibile ragione di stato. Perché con i terroristi non si tratta, non si fa nemmeno finta, a meno che non si tratti di un ras dc del sud come Cirillo. Il politico del compromesso storico, che aveva difeso la DC dagli scandali in aula, mettendoci la faccia. "Il meno implicato di tutti", scriveva Sciascia nel suo libro "L'Affaire Moro".
Oggi, nella giornata delle vittime del terrorismo, stanno uno accanto all'altro.
Aldo e Peppino.Sui giornali di oggi, in tanti li hanno dimenticati.
Ci sono state le celebrazioni, i soliti rituali, che tendono a trasformare gli uomini in eroi, in immaginette sacre, dimenticandosi delle loro parole e della loro vera storia.