Chi di noi non ha mai pensato a come potrebbe o dovrebbe essere il suo giorno ideale? Il mio è descritto in questo testo che accompagna la collezione “Acqua d’Egola” di Aurelio Cupelli, in mostra nell’ex frantoio di San Domenico durante la festa del Tartufo bianco a San Miniato, e raccolta in un cofanetto cartaceo con le 15 stampe 10×15, in vendita a 5 euro.
Mi sveglio e la prima cosa che faccio è pensare,
con molta soddisfazione, che no,
non mi sono ancora alzata, non ho ancora aperto gli occhi.
Ma sento il mattino intorno a me.
Sento i rumori attutiti dalla finestra,
le galline che pigolano,
un pallone che rimbalza sul muro,
il motorino del postino,
la spesa che arriva in bicicletta.
Sento la persiana chiusa e la luce presto
che traspira attraverso le vecchie assi sconnesse,
con la tinta verde lasciata andare a se stessa,
ché tanto alle cose dobbiamo dare l’occasione di invecchiare,
altrimenti come facciamo
a ricordarci che siamo vivi?
Il mio giaciglio è tiepido.
Il tepore è piacevole, è un abbraccio.
Quando mi sono addormentata era inverno,
ma stamani è estate.
Mi sono svegliata senza bisogno della sveglia,
questo è un bel pensiero.
Adesso ho tutto il tempo che voglio
e tutti i tempi e le età che ho voglia di vivere o rivivere.
è questo il bello della giornata ideale:
dura quanto decido io e accade ciò che desidero.
E non è detto che sia soltanto il presente, o il passato o il futuro:
Cambierà ad ogni istante che io vorrò
e verranno a trovarmi tutte le persone che deciderò io.
Verrà chi mi è caro e chi non vive più,
chi mi sfugge da sempre e chi non conosco ancora.
Ho tante domande chiuse nelle tasche, fra i foglietti accartocciati
e i pensieri che non ho mai avuto
il coraggio di scrivere.
Verrà chi mi ha fatto del male e gli sorriderò in faccia,
perché comunque sia andata, alla fine ho vinto io.
Verranno il mio futuro e il mio passato e si daranno un bacio
per il quale pioveranno petali e sorgeranno mari.
Verrà mio padre e mi farà indossare la forza.
Verrà la mia mamma e mi porterà in dono la pace.
Ci saranno tutti gli amici, quelli veri e quelli perduti
in un potenziale sfumato
appena prima di una curva del tempo.
Ci saremo proprio tutti,
tutti insieme,
tutti con le nostre facce migliori,
tutti con il cuore colmo e pronto per darsi il benvenuto.
Oggi sarà tutto un grande preparativo,
e quando finalmente calerà il sole,
faremo una grande festa, un picnic sotto le stelle,
con la musica che esce fuori
direttamente dalle nostre teste.
Ci scambieremo i film delle nostre vite,
e li riguarderemo insieme,
rivedremo le parti più simpatiche
da sbellicarsi dal ridere.
E poi i momenti drammatici da stare vicini vicini,
e quelli gonfi di passione
da non dimenticare per il resto dell’infinito.
E poi, alla fine,
allo sciogliersi del dolore più grande della mia vita,
dopo aver creduto di non avere a disposizione
un altro giorno da vivere,
rivedrò per la prima volta la mia bambina.
E piangerò ancora e ancora,
e ancora amerò tutte le pieghe della sua faccia:
segni indelebili
della nostra prima grande lotta per ritrovarsi.
Mentre per mano avrò sempre te,
come un foglio bianco e profumato di nuovo,
a incoraggiarmi a vivere
pensando che ogni giorno potrebbe essere quello ideale.
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