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Il giostraio e la bambina

Creato il 14 febbraio 2015 da Luca Taddei
Il giostraio e la bambina
La luna, penso, è come me, riesce da sempre a mostrare una sola faccia. La notte e la prima mattina, quando il mondo dorme o quando si alza a farsi la barba, io esco dalla mia roulotte per pulire le sedie, le carrozzine. Mi sporco di grasso per oliare i meccanismi a volte un poco rugginosi a volte non perfettamente lisci, resi porosi dalle stagioni piovose o umide.Mi spacco la schiena e i bicipiti per stringere dadi e bulloni perché i bambini e gli adulti niente abbiano da temere quando col sorriso di chi è in cerca di gioia e di cinque minuti di non ricordi saliranno ognuno sulla sua carrozza.La bambina in cerca del principe azzurro sulla carrozza trainata da quattro cavalli bianchi mentre il bambino coraggioso cavalcherà il mostro indomabile.Chi penserà di essere un cowboy salirà sul cavallo con la pistola e chi invece, pensando al futuro, preferirà la navicella spaziale. Per ognuno una parola, un invito, uno sguardo sicuro a dire che quella è veramente la realtà, che i sogni servono e non possiamo sempre chiedergli scusa, che la menzogna è fuori da quel perimetro circolare.Alcuni mi credono altri no ma la fatica è la stessa.Guardo la faccia della luna dalla finestra della mia roulotte e penso alla fortuna del pagliaccio che, almeno al trucco, non deve nascondere la lacrima.
Poco distante, nascosta tra i cespugli, una bambina dagli occhi immensi come il cielo.Con quegli occhi, ogni giorno, si perde a guardare, ammirata, quella giostra girare.
Guarda le carrozze, lucide, invitanti. Guarda la principessa, il cowboy, l'astronauta.
Guarda quell'uomo col sorriso sul volto mai stanco. Un giro sulla giostra lei non può permetterselo. E così, ogni pomeriggio, si accomoda in quel nascondiglio dietro la siepe e inizia a sognare.Ma nulla sfugge al giostraio. Lui che di mestiere fa l'assistente della luna, non può non notare una stella caduta dal cielo. Si avvicina alla piccola spettatrice per porgerle una monetina: "per te la corsa è gratis" - le dice. Ma lei, cogliendo di sorpresa l'uomo, scuote la testa sorridendo. "A me non serve salire sulla giostra per capire che quella - e solo quella - è la realtà!"
Troppi sorrisi carichi di malinconia hanno segnato i miei ricordi per lasciarmi convincere dagli occhi tristi della bambina. Così mi siedo vicino, sull'erba asciutta dietro la siepe, e le stringo fra le dita la monetina.Poi dopo una carezza morbida e un bacio lento sulla nuca le dico "la realtà non è mai come la si immagina. Vieni quando vuoi"
La stessa notte mentre insonne mi preparo a uscire per il solito giro di controllo la luna dispettosa e irriverente illumina la giostra ferma all'ultimo giro del pomeriggio. La bambina a occhi chiusi con la testa reclinata e i capelli scompigliati da un leggero vento di tramontana, seduta sulla carrozza principesca, si lascia trasportare e cullare persa in chissà quali sogni e fantasie.Gocce salate si perdono in mille rivoli a segnare le rughe profonde su questa faccia di vecchio giostraio. Un'altra piccola soddisfazione penso, un'altra vittoria, un'altra vita degna di essere vissuta.
Una nuvola oscura al suo passaggio il chiarore della luna, riportando il mondo alla triste monotonia del buio, alla mancanza di sogni e alla sparizione della fanciulla.

La mano in tasca a cercare un fazzoletto per asciugami la commozione che lenta continua a scivolare sul volto. Nell'estrarre quel pezzo di stoffa consunto, qualcosa scivola a terra, provocando un leggero rumore metallico che si rincorre e si ripete più volte fino a sparire nell'oscurità. Il pallore della luna sorprende, tra ciuffi di erba, uno scintillio argenteo. Una monetina. non ricordavo di averne in tasca. Volgo di nuovo lo sguardo verso la giostra in cerca della bambina che adesso non c'è più. Svanita. Volata via col vento che adesso soffia altrove. "Che strano!" - penso, osservando la moneta che ora giace sul palmo della mano, testa verso il cielo.
"Che sia stato solo un sogno?". Me lo chiedo temendo di trovare la risposta. Io che i sogni li modello e li plasmo per regalare sorrisi, posso esserne stato protagonista inconsapevole? 
Eppure l'avevo vista, quella piccola dai capelli castani. In quegli occhi mi ci ero perso fino a spiarne l'anima. 
Nel chinare la testa per riordinare i pensieri mi accorgo che un piccolo pezzo di carta era scivolato dalla tasca insieme alla monetina.
Il vento lo stava facendo rotolare via senza che possa fare niente per fermarne la corsa e neanche per poterne leggere il messaggio. Non era stato difficile per la bambina entrare nella roulotte sempre aperta del giostraio e pagare la corsa sulla giostra che avrebbe fatto di li a qualche minuto.
Solo il gattone nero che dormiva accanto al vecchio avrebbe potuto tradirla ma Perseo, così era scritto sulla targhetta del collare, era stato molto discreto e in cambio di carezze morbide aveva deciso per il suo assoluto silenzio.
Infilare nella tasca del giostraio la monetina e il suo personale messaggio era stato un compito facile. "Grazie e a presto. Vittoria"
Ma non avrebbe mai immaginato che quella brezza dispettosa potesse privare il vecchio della sua gratitudine.
Poi, veloce come una saetta salì sulla giostra, sciolse i capelli, chiuse gli occhi e iniziò a sognare. Il futuro si apri nella sua mente e di colpo le parole del vecchio echeggiarono nella testa come una pallina nel flipper.
Qualche tempo dopo una macchina bianca con una strana scritta sul fianco si avvicina e si ferma nel piccolo parcheggio della giostra. La giovane donna scende lentamente dall'abitacolo e guarda allibita lo spettacolo che le si para davanti.
La roulotte presa a sassate da vandali senza ritegno presenta scritte blasfeme e volgari senza nesso apparente.La giostra, dove un tempo i sogni irrompevano nella realtà dando alla speranza il coraggio del futuro, era invasa da rovi e canne quasi avvolgenti.Il vecchio giostraio era sparito, se ne era andato là dove era sempre voluto andare, vicino alla luna e alle stelle, amiche di sempre, e la natura si era impossessata di quel luogo quasi a salvaguardarne la proprietà e l'identità.Ma questo Vittoria non poteva saperlo.Le carrozze sono dismesse e gli ingranaggi non più oliati cigolano spinti da un leggero vento di tramontana. Il cavallo con la pistola e l'astronave, quasi irriconoscibili, sono come disfatti e corrosi da un tempo inesorabile.Solo la carrozza della regina è ancora intatta, quella che aveva visto quella notte una giovane fanciulla scoprire la reale differenza tra sogni, speranze e verità, e Vittoria prova a salirci con l'attenzione e l'audacia delle donne di successo.Al centro del seggiolino un piccolo scrigno di legno intarsiato a mano. La donna lo apre e trova una monetina ed un piccolo pezzo di carta arrotolato con una scritta blu dalla grafia incerta: sapevo che saresti tornata.Vittoria stringe in mano la monetina, scioglie i capelli e con la testa reclinata all'indietro, come quella notte, si lascia cullare alla ricerca di un' ispirazione da troppo tempo mancante nella sua testa.Un sorriso largo e due lacrime di gioia ridipingono il suo volto.La luna la guarda e sorride mentre una brezza leggera la sospinge dietro a una nuvola rossa di tramonto.


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