
Un bel giorno, Abramo che, all’epoca era giovane e impaziente, raggiunto all’improvviso da un certo pensiero “speciale”, proprio come capita ad alcuni adolescenti, decide che per lui è arrivato il momento di cambiare vita.
Suo padre Terah, anziano, gli aveva affidato da tempo la conduzione del negozio di famiglia, specializzato nella vendita di statuette votive di ogni dimensione e prezzo, con cui si facevano degli ottimi affari.
Ma al ragazzo quel genere di business non piace.
E così, inaspettatamente, prende un bastone, e si scatena con furia a distruggere tutt’intorno, e nello stupore generale,ogni statua e statuina che fa bella mostra sui ripiani degli scaffali.
In un baleno nella ricca bottega volano dappertutto pezzi di mani d’argilla, di gambe di dee, di volti di angeli, di geni alati . E’un’autentica ecatombe di idoli.
Da quell’istante in poi - racconta un’antica leggenda rabbinica- ha inizio, nel tempo, quello che si definisce il lungo cammino dell’umanità verso la cosiddetta fede nel Dio unico.
Caratterino a parte di Abramo, non ci volle molto tempo ch’egli, dopo avere fatto piazza pulita di statue e di statuine, andasse via dalla città di Ur dei Caldei, sbattendo la porta e senza pensare affatto a portarsi dietro, nemmeno per scherzo,alcuno dei cocci residui.

a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

Inviato il 09 marzo a 16:14
da leggere ...se non già letto in precedenza !