Isabella Preda per Il Giornale di Lecco
Non ha ancora compiuto 19 anni, si è appena cucito sul petto lo scudetto di campione
italiano di rugby, eppure ha mantenuto talmente salda la testa sulle spalle da rinunciare
a una convocazione della Nazionale per disputare il Campionato del Mondo. Il motivo? Tra pochi giorni cominciano gli esami di maturità, che concluderanno il suo ciclo di studi al liceo Classico. Michele Andreotti si è dimostrato campione sul campo e soprattutto nelle scelte di vita, consapevole che lo sport, questo sport, non potrà essere il suo futuro: «Il rugby purtroppo non mi darà da mangiare per il resto della mia vita. Ammesso che riesca a giocare altri 10-15 anni a questi livelli, riuscirò giusto a mantenermi, ma non certo a mettere via i soldi per vivere di rendita per tutta la vita». Insomma, i calciatori
rimangono gli unici privilegiati…
Quando hai cominciato a giocare a rugby?
«Ero in seconda media. I primi passi li ho mossi al rugby Lecco. Poi, quando frequentavo
la seconda liceo sono stato chiamato al Calvisano, all’Accademia e da allora sono qui».
(…) «Con la maglia Azzurra ho disputato il 4 Nazioni con l’Under 17, l’Europeo e il 6
Nazioni con l’Under 18 e quest’anno ho partecipato a un paio di raduni con l’Under
20».
Arriviamo proprio a questo campionato. La Cammi Calvisano ha conquistato il tricolore. Ve lo aspettavate?
«La nostra formazione è neo promossa, quindi dire che puntavamo al titolo è esagerato.
Diciamo che la nostra ambizione era quella di entrare nei play off. Poi, partita dopo partita, abbiamo visto che giocavamo davvero bene e che i risultati arrivavano. E alla fine abbiamo vinto il campionato».
In che ruolo giochi?
«Seconda linea. Faccio parte ancora delle squadre giovanili del Calvisano, ma quest’anno sono stato aggregato alla prima squadra per diverse partite». (…)