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Benedetta, amica con l a passione del teatro, lo scorso sabato ha festeggiato il suo compleanno, e mi invita alla cena con i suoi amici.
Si sale verso Montespertoli, prima di entrare in paese si parcheggia lungo la strada, davanti ad una bottega di generi alimentari. Si passa dietro, e si scende per una scalinata di ripidi gradino di mattoni, verso valle, attraverso un orto-giardino.
Ci guida una luce, che illumina l'interno di una loggia. Una sorta di capanna degli attrezzi, addossata alla pendice della collina, su di un gradine rinforzato.
La luce rivela un magazzino di oggetti dalla storia indefinita, forse improbabile, che ti lascia immaginare come mai siano finiti lì.
La loggia è una sorta d'anticamera, da qui si accede ad una stanza, come fosse il resto della loggia-capanna, di legno e mattoni, tamponata con grossi finestroni, dove è stato apparecchiato per la cena.
All'interno, c'è "la grotta di contadino cacciatore e ballerino", il museo di Pugno, il proprietario, un brillante personaggio, che per tutta la cena di racconta aneddoti, storie, della sua vita e di quella d'altri.
E mentre Pugno ci racconta e si racconta, tra barzellette e vicende paradossali, davanti al fuoco, che fa finta di non curare neppure, sta cuocendo lentamente il suo arrosto allo spiedo.
A metà serata spuntano già i primi regali, un po' anche per colpa mia, che non mi posso fermare per tutta la serata.
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