Il giudizio di Papa Francesco: la famiglia è tra uomo e donna

Creato il 03 novembre 2013 da Uccronline

Tornando in aereo dalla Giornata Mondiale della Gioventù in Brasile, papa Francesco ha esposto ai giornalisti quello che riporta da anni il Catechismo, ovvero che la Chiesa ha sempre condannato il peccato e non il peccatore. Perché questo il Pontefice ha spiegato: «Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, chi sono io per giudicarla? Il catechismo della Chiesa cattolica dice che queste persone non devono essere discriminate ma accolte».

Se questa è la posizione della Chiesa rispetto ai fratelli omosessuali, il giudizio di Papa Bergoglio sul matrimonio e sulla famiglia è arrivato un mese dopo nel messaggio del Pontefice alla Settimana Sociale dei cattolici italiani: «La Chiesa offre una concezione della famiglia, che è quella del Libro della Genesi, dell’unità nella differenza tra uomo e donna, e della sua fecondità. In questa realtà riconosciamo un bene per tutti, la prima società naturale, come recepito anche nella Costituzione della Repubblica Italiana», ha spiegato Francesco. «Vogliamo riaffermare», ha proseguito il Pontefice, «che la famiglia così intesa rimane il primo e principale soggetto costruttore della società e di un’economia a misura d’uomo, e come tale merita di essere fattivamente sostenuta». Per sostenere tutto questo non occorre la fede: «Queste riflessioni non interessano solamente i credenti ma tutte le persone di buona volontà, tutti coloro che hanno a cuore il bene comune del Paese».

Come Benedetto XVI, anche Francesco ha puntato l’indice contro «le conseguenze, positive o negative, delle scelte di carattere culturale, anzitutto, e politico riguardanti la famiglia». Conseguenze che «toccano i diversi ambiti della vita di una società e di un Paese: dal problema demografico, che è grave per tutto il continente europeo e in modo particolare per l’Italia, alle altre questioni relative al lavoro e all’economia in generale, alla crescita dei figli, fino a quelle che riguardano la stessa visione antropologica che è alla base della nostra civiltà». Dobbiamo dare atto questa volta ai principali media di aver riportato la notizia senza le solite strumentalizzazioni o omissioni si veda ad esempio “Repubblica”.

Un altro giudizio interessante di Francesco è stato rivolto ai cattolici durante l’omelia nella domus di Santa Marta, invitandoli ad “immischiarsi in politica”: «Chi governa deve farlo con umiltà e amore, caratteristiche indispensabili. E i cittadini, soprattutto se cattolici, non possono disinteressarsi della politica». In particolare, ha proseguito Francesco, «un buon cattolico si immischia in politica, offrendo il meglio di sé, perché il governante possa governare». Ricordiamo che non è proprio una buona notizia per gli amici devoti al laicismo come il vaticanista Marco Politi, che infatti ancora una volta ha scelto di non commentare la notizia come invece avrebbe dovuto fare nel rispetto dei suoi lettori. Nemmeno Roberto Saviano ha commentato, lui che qualche mese fa invitava proprio i cattolici a non entrare in politica: «La Chiesa non ha alcun diritto di condizionare le leggi e le istituzioni dei paesi laici. I cattolici possono dire la loro, ma non influenzare o boicottare nuove leggi. Questo è profondamente ingiusto».

La redazione


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :