L’incipit: è dalla prima pagina che si comprende il libro? È l’incipit che ci farà innamorare dello scrittore, della storia, delle parole?
Me lo immagino lo scrittore, con la sua storia ben delineata in mente, a trascorrere le ore nel trovare le parole giuste per iniziare, perché si sa, gli inizi sono sempre i più difficili.
Da lettore mi succede proprio così: sono le prime pagine che delineano in mente la passione o la noia.
Ecco che quindi ho pensato di proporre per il concorso di cartaresistente “incipit”, la prima pagina di uno dei libri che amo di più, che ho riletto tre volte e che rileggerò ancora, Herman Hesse e il suo “Il giuoco delle perle di vetro”.
Mancano pochi giorni, perché non partecipate anche voi?
“In questo libro abbiamo intenzione di registrare il materiale biografico che si è potuto trovare su Josef Knecht, il Ludi Magister Josephus III, come è chiamato negli archivi del Giuoco delle perle di vetro. Non ci nascondiamo che questo tentativo è o sembra un poco in contraddizione con le vigenti norme e consuetidini della vita spirituale. Tanto è vero che uno dei supremi princìpi di questa è la soppressione dell’individualità, l’inserimento possibilmente perfetto della persona singola nella gerarchia dell’autorità pedagogica e delle scienze. Questo principio infatti, per lunga tradizione, è stato attuato fino al punto che oggi è assai difficile, anzi in molti casi del tutto impossibile, scoprire particolari biografici e psicologici di persone che questa gerarchia hanno servito in modo eminente; in moltissimi casi non si riesce nemmeno a stabilire i nomi delle persone. Certo è che la vita spirituale della nostra provincia si distingue per il fatto che…