Diciamo subito che quattro anni e mezzo, ritengo sia un'età piuttosto "giovane" (non ridete!) per intraprendere qualsiasi percorso sportivo, quindi: se il bambino NON HA VOGLIA di fare attività, io non insisterei più di tanto, se dopo le canoniche lezioni di prova non dimostra entusiasmo/interesse/desiderio di tornare in palestra o piscina che sia... Conosco mamme che insistono nel portare i figli a fare un determinato sport anche dopo mesi e mesi di pianto del figlio stesso: io credo che queste imposizioni, rendano antipatico per sempre quel determinato tipo di attività al bambino che è obbligato a praticarlo... A noi è successo con la danza ed il pattinaggio. Dopo la prova, Giorgia non ci voleva più andare... Non ho insistito e non l'ho più portata e credo allora di avere fatto la cosa giusta. Aveva tre anni e mezzo, ma non credo sia stata una questione di età: molte di quelle bambine che hanno iniziato con lei danza, frequentano tutt'oggi il corso con grande entusiasmo e allora, erano felicissime di partecipare alle lezioni. Stessa cosa posso dire per il pattinaggio: credo sia una questione di attitudine e una sorta di "amore a prima vista" verso un determinato tipo di sport.
E' anche vero che non bisogna arrendersi al primo "no, non ci vado", perché i nostri cucciolini tendono sempre a stare insieme a mamma e papà per la maggior parte del tempo possibile (e meno male direi!), quindi è normale che a fronte di un evento nuovo, e ricordiamoci bene, per loro sconosciuto, ci sia un naturale rifiuto iniziale.
Il nostro approccio con il karate è stato puramente casuale: semplicemente a metà settembre ho trovato un volantino in un negozio vicino a casa mia, che invitava a partecipare alle lezioni di prova. Così ho pensato di contattare il maestro e di chiedergli se la bambina poteva partecipare alla prova, dato che di solito a praticare il karate si inizia intorno all'età di sei anni. Per farla breve, l'ho portata e per lei è stato amore a prima vista. Lei, l'unica femmina e la più piccola del corso, entusiasta come non mai ed orgogliosa di far parte di questo gruppo di piccoli sportivi...
Nel nostro caso diciamo che è stato il karate a trovare noi, tramite quel volantino,, perché mai e poi mai avrei pensato che Giorgia potesse avvicinarsi questo tipo di disciplina, fra l'altro meravigliosa, e visto il suo entusiasmo, sono molto felice che sia successo. Insomma, il mio consiglio, se posso darne uno, è semplicemente quello di assecondare e cercare di capire (cosa per niente facile!) le attitudini dei nostri figli, anche nel decidere quale tipo di sport fargli praticare, quale può essere l'attività che li diverte di più, e quale quella che proprio gli fa schifo. E non importa se non diventeranno mai dei calciatori, o se a otto anni non sapranno ancora nuotare, oppure, come nel mio caso, invece di fare danza, faranno uno sport diciamo non propriamente femminile...