Il Golpe in Italia … a parti invertite!

Da Pukos

Nessuna sorpresa, sia chiaro, non avevo alcun dubbio che dopo aver inserito la notizia nel mezzo di un telegiornale, proprio perché non se ne poteva fare meno, di quella brutta faccenda, che non esito a chiamare Golpe, sui nostri media nazionali non se ne sarebbe più parlato.

E’ stato calato il silenzio più totale, si era capito subito, era intervenuta immediatamente la censura.

Il giorno stesso in cui è scoppiato lo scandalo, con lo scoop de La Stampa che aveva pubblicato in anteprima lo stralcio ripreso dal libro di Timothy Geithner, la notizia, che avrebbe dovuto essere di grande rilievo, non rientrava neppure nelle anticipazioni del TG1.

Durante la messa in onda del Telegiornale, poi, la notizia veniva minimizzata, il Presidente della Repubblica che aveva optato per l’omertà, incalzato da più parti, nei giorni seguenti faceva pervenire alle agenzie una difesa d’ufficio che non convinceva nessuno.

Era la classica arrampicata sugli specchi di colui che non aveva argomentazioni in sua difesa.

Il mio articolo non vuole trattare di nuovo l’argomento, bensì sottolineare, in una maniera un po’ sarcastica, ma poi nemmeno troppo, alcuni aspetti che non mi pare siano stati colti dai nostri organi di informazione (dis).

Vi va cari lettori di fare un gioco?

Ed allora divertiamoci ad ipotizzare cosa sarebbe accaduto in Italia … a parti invertite!!!
Ecco lo scenario!
Nel nostro Paese, dopo regolari e democratiche elezioni (quindi non come accaduto con Monti, Letta e Renzi), vince la coalizione del centro-sinistra e nominato Presidente del Consiglio, Romano Prodi, il quale, naturalmente, forma il proprio esecutivo e governa l’Italia.

Ad un certo punto del suo mandato cominciano ad accadere delle cose poco chiare, in particolare in tutti i telegiornali si parla di una cosa fino a quel momento sconosciuta agli italiani: lo spread. Giorno dopo giorno questo spread sale senza un apparente motivo, ed i telegiornali cominciano a descrivere una situazione cupa che in brevissimo tempo diventa assolutamente catastrofica (cosa possa essere accaduto in pochissimi mesi affinché lo spread salisse in maniera così repentina rimarrà, in quel momento, un mistero).

Lo spread è la differenza di rendimento fra un titolo dello Stato italiano con scadenza decennale e l’equivalente tedesco, quindi è una cosa vitale per qualsiasi italiano, non soltanto per coloro che possiedono titoli del debito pubblico. Se sale, infatti, le nuove emissioni di titoli dello Stato dovranno essere fatte a tassi di interesse più alti e per le già disastrate casse pubbliche è una rovina. Occorre quindi sottolineare che lo spread elevato è un bagno di sangue per TUTTI gli italiani, ricchi o poveri non fa differenza! E gli effetti drammatici si ripercuotono per anni visto che i tassi elevati sui Btp emessi in quel periodo dovranno essere mantenuti (i Btp hanno tasso fisso) fino alla scadenza (quindi anche per 10 anni e più).

Ma torniamo a noi, è l’autunno del 2011 e lo spread continua a salire, la situazione politica si fa perlomeno tesa, 300 punti a settembre, 350 ad ottobre … ed ecco il boom 550 punti a novembre. Una situazione insostenibile l’Italia per farsi comprare i propri titoli dello Stato a 10 anni deve pagare il 5,5% in più della Germania. E’ la catastrofe!

Romano Prodi, per senso dello Stato, si sente in dovere di fare un passo indietro e annuncia le dimissioni pur non essendo stato sfiduciato in Parlamento. Con una velocità inaudita viene nominato Senatore a vita Giulio Tremonti ed il Presidente della Repubblica, Silvio Berlusconi, gli affida immediatamente l’incarico di formare il nuovo Governo. In un giorno è già pronta la squadra dei Ministri (record mondiale!).

E Giulio Tremonti comincia a tartassare in una maniera inaudita gli italiani che quindi oltre a dover pagare interessi molto maggiori sul loro debito pubblico vengono vessati da una pressione fiscale insostenibile. Il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, vara una riforma delle pensioni che, con una espressione cara alla sinistra, si può definire “macelleria sociale”. L’economia italiana entra in una durissima fase recessiva, diversi imprenditori, che non ce la fanno a resistere, si suicidano, gruppi di cittadini (denominati “forconi”) spontaneamente scendono per le strade il 9 dicembre, nonostante il freddo intenso, per manifestare pacificamente.

Termina il governo Tremonti, e dopo una tornata elettorale, seppur non supportato da una indicazione popolare, nasce prima il governo Gasparri che, successivamente, viene sostituito dal nuovo Segretario di Forza Italia, Giovanni Toti.

Nel frattempo viene dato alle stampe un libro scritto da Eugenio Scalfari in cui viene fatta una ricostruzione perlomeno inquietante su quanto accaduto due anni prima e cioè sulle vicende che avevano portato alle dimissioni di Romano Prodi.

Eugenio Scalfari non si limita però a riportare quanto venuto a sua conoscenza, ma porta come “prova” anche le registrazioni video fatte con Renato Brunetta e lo stesso Giulio Tremonti. In queste registrazioni video i due riferiscono (il primo candidamente perché è un po’ un allocco, il secondo perché, incalzato, non può smentire), che diversi mesi prima che avvenisse il fatto e precisamente a luglio del 2011, QUANDO LO SPREAD ERA A 200 PUNTI!!! il Presidente della Repubblica, Silvio Berlusconi, aveva convocato al Quirinale Giulio Tremonti e gli aveva chiesto la sua disponibilità a sostituire Romano Prodi alla guida del Governo.

Queste testimonianze video fanno succedere un putiferio in Italia, si grida al Golpe, ma non finisce qui, anzi! Qualche mese più tardi l’ex Segretario al Tesoro degli Stati Uniti, Timothy Geithner, in un libro sulla crisi economica del terzo millennio riferisce di essere stato contattato da alti Funzionari dell’Unione europea che gli chiedevano la collaborazione per “togliere di mezzo” Romano Prodi.

Ed ora immaginate cosa potrebbe essere accaduto in Italia dopo una simile rivelazione.

Sulla terza Rete Rai vengono interrotte le trasmissioni e mandata in onda un’edizione speciale del Telegiornale per dare la notizia.

Repubblica esce con il titolo a nove colonne “GOLPE”, il Corriere della Sera titola più pacatamente “L’ITALIA IN MANO AI FASCISTI”, L’Unità invita gli italiani alla “RESISTENZA” ed il Manifesto esorta i giovani ad organizzarsi in cellule armate e rifugiarsi sui monti, le ragazze dovranno fare “le staffette”.

Tutto questo è nulla in confronto alla reazione della Magistratura. Viene immediatamente messo in stato di accusa il Presidente della Repubblica, Silvio Berlusconi, l’inchiesta viene assegnata ad un Magistrato ritenuto severo, ma imparziale, Ilda Boccassini.

In tre giorni siamo già in un’aula di Tribunale e Ilda “la Rossa” (per il colore dei capelli, cosa avevate capito!) comincia la requisitoria al termine della quale per il delitto di attentato all’ordinamento democratico dello Stato chiede per il Presidente Berlusconi la pena capitale da eseguirsi tramite impiccagione!

“NOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!”

Un urlo si leva dall’aula! “Non si può chiedere l’impiccagione”. Chi si alza per opporsi alla richiesta della Boccassini? E’ Bruti Liberati, il capo della Procura della Repubblica di Milano, che prosegue: “per Silvio Berlusconi l’impiccagione è una pena troppo lieve, propongo la crocifissione!”

La folla presente al processo va in delirio e acclama Bruti Liberati, con gli occhi iniettati di sangue il pubblico in aula comincia ad urlare “Crocifisso, crocifisso”.

Eh cari lettori, ho preferito utilizzare la satira, dopo aver letto un commento di un mio carissimo ed affezionato lettore. Dopo aver visto la disperazione della gente, dopo aver cercato, nell’assoluta solitudine, di mettere in guardia gli italiani da ciò che ci riserverà il futuro, ho preferito usare il sarcasmo “perché scherzando riusciamo a dire tutto, anche la verità”.

Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro


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