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Ieri tutti vi hanno parlato della Grecia, di Tsipras, del...

Da Pukos
Ieri tutti vi hanno parlato della Grecia, di Tsipras, del...

Ieri tutti vi hanno parlato della Grecia, di Tsipras, dello spread e dei crolli avvenuti in tutte le Borse mondiali, sì, ma avete sentito parlare del cambio euro/dollaro?

E non lo avete trovato strano?

Ed in effetti la cosa è ancora più strana per il fatto di aver assistito ad una seduta “scontata” sul mercato dell’equity, mentre è accaduto qualcosa di incredibile sul mercato valutario, ovviamente ci riferiamo al cross Eur/Usd.

Ed allora andiamo a colmare questa lacuna.

Voglio essere preciso, venerdì scorso al fixing il cambio Euro/Dollaro si era fermato a quota 1,11677 ebbene, ora vi chiedo (ma dovete rispondermi onestamente), a vostro parere in una giornata come quella che si prospettava ieri il dollaro avrebbe dovuto rafforzarsi oppure indebolirsi?

Ritengo che la quasi totalità delle persone avrebbero fatto questo semplice ragionamento: giornata di sofferenza in Borsa, ed allora sembra certo il ricorso al “fly to quality”, quindi … dollaro che guadagna.

Ed infatti alla ripresa delle contrattazioni il cambio immediatamente crolla sotto quota 1,10 arrivando a toccare un minimo a 1,09549. Tutto come nelle previsioni, avranno pensato gli operatori! Certo, tutto come nelle previsioni.

E per qualche ora si va avanti su questi livelli, poi … apre Tokyo. Sono le 2:00 in Italia ed il cross Eur/Usd torna sopra quota 1,10. Normale movimentazione, si saranno detti gli operatori! Infatti per tutta la nottata europea si rimane su quei livelli.

Poi arriva l’orario fatidico, le 8:00. Come tutti sanno in Europa cominciano le contrattazioni sui futures dei principali indici di Borsa del Vecchio Continente e qui accade l’imprevisto, il cambio balza a 1,11.

Con alti bassi (ma più alti che bassi) si arriva all’apertura di Wall Street, il cambio Eur/Usd è già a 1,112 ma da questo momento in poi la cavalcata diventa addirittura impetuosa, di ora in ora ecco i livelli raggiunti: 1,115;  1,118; 1,121; 1,124 quasi un orologio svizzero, poi, dopo la chiusura delle contrattazioni a New York, un leggero ritracciamento a 1,1235.

Quindi dopo una giornata borsistica che potremmo definire “campale” il mercato non solo non si è “rifugiato” sul dollaro, ma addirittura ha rafforzato l’euro.

E se vi chiedessi: perché? Quale sarebbe stata la vostra risposta?

Presumo che mi avreste fornito questa risposta: il mercato non crede ad una uscita della Grecia dall’euro, perlomeno in tempi brevi, e ritiene che prima dello svolgimento del referendum, Tsipras e l’Ue raggiungano un accordo in maniera tale che il Premier greco arrivi ad invitare i propri elettori a votare NO.

Insomma, va a finire a tarallucci e vino. Della serie: abbiamo scherzato, ci eravate cascati? E lunedì riaprono Borsa e Banche in Grecia senza che si formino code agli sportelli.

Ebbene sì, questa è senza dubbio una chiave di lettura, ma io ve ne fornisco un’altra.

Al momento dell’apertura dei mercati l’euro era crollato sotto quota 1,10 ma … da lì in poi i grandi investitori istituzionali hanno cominciato a fare questo ragionamento: se esce la Grecia dall’euro esce un Paese che, seppur piccolo, seppur insignificante, comunque era debolissimo e certamente contribuiva con la sua debolezza ad abbassare la quotazione dell’euro, quindi …

… quindi se la Grecia se ne va dalla moneta unica, l’euro …

Perché scartare questa ipotesi?

Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro


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