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Il golpe sudamericano organizzato ieri dal PD in realtà era già successo una volta. Ecco dove

Creato il 31 ottobre 2015 da Romafaschifo
Il golpe sudamericano organizzato ieri dal PD in realtà era già successo una volta. Ecco doveIn queste ore e in questi giorni abbiamo ripetuto più volte che un episodio clamoroso come quello ordito ieri dal Partito Democratico non era mai accaduto prima. Un autentico golpe. Il primo passaggio realmente totalitario di quello che da ieri è possibile chiamare il Regime renziano. Un atto che distrugge e umilia la democrazia e che rende sostanzialmente inutili le prossime elezioni amministrative. Un atto che appare doppiamente grave perché proviene da un un partito che mai prima di ieri aveva fatto opposizione, neppure quando era in minoranza.
Dal 2008 al 2013 la città di Roma, già percorsa da corruzioni e clientele indicibili, è stata con spudoratezza regalata alla malavita. Personaggi come Panzironi, Mockbel, Andrini, Carminati erano di casa nei palazzi civici, in consiglio comunale c'erano, potentissimi, Tredicine e Piccolo. All'epoca il PD non muoveva un dito. Chi ha cercato - con goffaggine, per carità - di sovvertire questa suburra è stato politicamente massacrato per mesi e poi giustiziato in maniera codarda, uscendo dalla porta sul retro.

E però ci sbagliavamo, non è vero che è stata la prima volta. Questa modalità di far saltare un sindaco democraticamente eletto non è, come pensavamo, prerogativa del PD; non si tratta di un golpettino straccione inventato da Renzi e attuato pateticamente dal piccolo statista Orfini. In Italia una cosa del genere è successa un'altra volta, 10 anni fa, in Calabria. Parliamo del sindaco di Sinopoli, in Aspromonte: Domenico Luppino. Cercatevi qualcosa sulla sua vicenda in Google.

Anche lui governò solo 2 anni. Anche lui fu bersaglio di intimidazioni continue, la strenua lotta alla 'Ndrangheta gli costò 9 attentati e poi avvisi, azioni intimidatorie, incendi alle sue proprietà. Gli fanno esplodere la tomba del padre, gli ammazzano il cane, gli distruggono i campi d'ulivo, gli incendiano il furgone, lo obbligano a girare scortato, è costretto a trasferire la famiglia a Reggio Calabria. Il suo ultimo atto pubblico: l'adesione alla marcia di Locri. Il 5 novembre 2005 sfila con il gonfalone del paese, contro la 'ndrangheta che ha appena ucciso Franco Fortugno, vice presidente del consiglio regionale. Poi a Sinopoli tutto finisce. Improvvisamente. Tre settimane dopo si dimettono sette consiglieri. C'è chi ha problemi di salute, chi di lavoro, chi di famiglia: il consiglio comunale si scioglie e la Giunta decade. 
Che il PD sia assimilabile alla criminalità organizzata non lo diciamo noi, lo hanno detto personalità altissime del PD: prima Marianna Madia poi Fabrizio Barca. Noi abbiamo semplicemente potuto constatare che è la semplice verità.

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