Certo bisogna dire che che la scelta della parola è ottima: choc è così vicina a sciocco che rende bene l’idea. Ci vuole uno sciocco fiscale per salvarsi, ci suole uno sciocco per il lavoro: suona anche più vero e poi le risorse in questo in questo campo di certo non ci mancano. Ma il capolavoro di viva e vibrante choccheria viene da Napolitano, il vero tutore del nipote dell’amico di Arcore, che ad ogni buon conto monitoreggia a ruota libera: “Riuscire a tenere insieme la prioritaria difesa dei diritti e della dignità del lavoro con l’individuazione degli interventi e degli strumenti innovativi per superare la drammatica caduta dell’occupazione specie giovanile rimane la vera sfida dei sindacati”.
Per chi non l’avesse compreso gli interventi innovativi sarebbero appunto i provvedimenti per smantellare quel pochissimo di buono ideato dalla Fornero nel tentativo di mettere un minimo argine alla precarietà: ora si vuole che chiunque possa essere assunto senza alcuna specificazione di tempi, ragioni, modi, mansioni e che uno possa essere licenziato ora e riassunto il minuto dopo, senza alcun problema Naturalmente in quelle belle testoline, testimoni di una natura matrigna, la pensata dovrebbe rilanciare l’occupazione, mentre – come avviene del resto da anni -questo non farà altro che aumentare i ricatti e l’insicurezza, diminuire i salari e dunque la domanda. Di fronte a questo i piccoli sgravi fiscali di cui si parla per le assunzioni a tempo indeterminato, suonano come una presa in giro, anche perché le eventuali risorse sono pochissime e per giunta incerte.
Dunque il Quirinale dice alla Cisl prediletta, ma anche alla Cgil di non opporsi a cotanti “strumenti innovativi”. Il presidente si diverte a prenderci per i fondelli? Ma no, è che è sotto scioc. Anche lui in questo esecutivo di chic e choc.