Sia chiaro fin da subito che prima di giudicare ci toccherà osservare il nuovo esecutivo all’opera. Però ho come l’impressione, a parte le proteste degli studenti (sull’argomento ci tornerò a breve), che il governo tecnico possa piacere agli italiani al punto da pretenderne a bizzeffe, di governi tecnici. Si arriverà a chiedere apertamente, una volta eletto il Parlamento, che sia il presidente della Repubblica, come peraltro nelle sue prerogative, a scegliere i migliori su piazza. Un modello da riproporre anche in futuro, insomma. Ok, non corriamo troppo, che altrimenti c’è chi grida al complotto delle lobby, delle banche, dei poteri finanziari forti (che non ho ancora capito cosa siano). Il punto è che il discorso di Monti al Senato ha sconfessato quanto sostenuto per anni da Berlusconi e dai suoi sgherri, con buona pace di Brunetta (pardon, del professor Brunetta). Ha proposto una serie di misure che scontenteranno taluni a destra, altri a sinistra (ma sapete che c’è? era ora), ha detto che certi provvedimenti – puntare ad esempio sui giovani e sulle donne (leggete qui, se avete tempo) – non daranno effetti immediati, ma che ne gioveremo a lungo termine. E che se mai si comincia, mai si otterrà il risultato. In parole povere ha illustrato tutto quello che un premier dovrebbe fare. Magari si può anche non essere d’accordo sull’intera linea programmatica, ci mancherebbe. Ma che ventata di aria fresca, miei cari.
Ah, poi Monti avrebbe smentito il Cav. pure su un’ulteriore questioncina, irrilevante. La crisi economica ha pesato sull’Italia molto più che su altri Paesi, eccome se ha pesato…
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