Il Governo Renzi avrebbe chiesto alla Banca d’Italia, ma pare proprio che il condizionale sia superfluo, uno studio preliminare per la creazione di un Asset Management Company allo scopo di gestire le sofferenze del nostro sistema bancario.
In pratica, ciò che normalmente viene chiamata, con terminologia anglosassone, una Bad Bank.
Bankitalia, forse perché fra i suoi innumerevoli funzionari non ha persone in grado di svolgere questo studio, avrebbe (un altro caso in cui il condizionale è d’obbligo ma superfluo) attribuito questo incarico (senza gara, poiché si è agito con procedura d’urgenza!) ad una società di consulenza americana, costo iniziale 397.500 euro + Iva.
Da tempo si parla di Bad Bank perché i bilanci dei nostri Istituti di credito sono “appesantiti” da una montagna di “sofferenze” in continuo aumento che al momento hanno raggiunto l’incredibile cifra di 190 miliardi di euro.
Ora, cari lettori, vedrete che questa storiella della Bad Bank, che non esito a definire una truffa a carico dell’intera popolazione, verrà messa a bagnomaria per alcuni giorni, poiché è un argomento non troppo “popolare”, poi, dopo le elezioni, tornerà in voga e per gli italiani sarà l’ennesimo bagno di sangue.
In pratica la storia è questa: sapete che ormai da un po’ di tempo è stato deciso che il controllo delle Banche, almeno quelle oltre una certa capitalizzazione, non è più della Banca Centrale nazionale, ma passa direttamente alla Bce.
E’ chiaro, però, che Draghi non vuole prendersi in carico Istituti decotti e gravati da una montagna di crediti che, con un eufemismo, potremmo definire di “difficile esigibilità”, ed allora già nel bilancio al 2014 le Banche hanno dovuto caricare miliardi di perdite su crediti, ma questa è stata solo una prima mossa di “ripulitura”.
Insomma è stata tolta solo la ruggine superficiale, ciò che era già in cancrena, “il grosso”, naturalmente, è ancora lì … e nessuno lo vuole, tantomeno Draghi che dice alle varie Banche nazionali “voi vi tenete la schifezza, io devo controllare Banche con bilanci ripuliti”.
Ed allora buttiamo lì due numeri, tanto per capire di cosa si sta parlando: se dei 190 miliardi se ne recuperano (siamo ottimisti, così facciamo contento il nostro Premier) … il 30%, ciò significa che rimangono 133 miliardi di perdite!
Chi paga?
Naturalmente non vanno tirati fuori tutti … sull’unghia, come suol dirsi, diluiamoli pure ma restano 133 miliardi!!!
Se restituiremo soltanto 2 dei 16 miliardi che avremmo dovuto ridare ai pensionati altrimenti sarebbero saltati tutti i conti di finanza pubblica mi dite come facciamo con i 133 miliardi? Certamente saranno spalmati su 10 anni, e quindi ciò significa che ogni anno, per i prossimi dieci anni, è come se fossimo chiamati a restituire 13 miliardi.
Come facciamo a convincere gli italiani che dovranno fare ancora sacrifici inimmaginabili?
Raccontando balle, come al solito!
Ossia dicendogli che se ripuliamo le Banche da tutta questa schifezza loro saranno in grado di tornare a fare credito alle aziende (ed alle famiglie) e quindi l’economia ripartirà!
NON E’ VERO!!!!!
In questi anni, non è mancata la liquidità alle Banche!!! Ma le sofferenze sono aumentate.
Questa è la verità!!!
L’Italia ha un “importante” debito pubblico, ma … ma … ma … dato ancora di ieri … ha il più esiguo debito privato. Ossia le famiglie italiane sono poco indebitate, naturalmente rispetto agli altri Stati sviluppati.
Ed allora l’Europa ci dice: cara Italia i vostri debiti teneteveli voi!!!
Non avrebbe torto quindi!
Certo! Ma dato che la gran parte del nostro debito l’abbiamo fatta negli ultimi anni, proprio per l’entrata nell’euro che sta distruggendo la nostra economia, costringendoci ad avere la stessa moneta che usa la Germania, la domanda che dobbiamo porci è semplicemente:
MA CHE CI STIAMO A FARE IN EUROPA?
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro