di Paolo Cardenà -
Due miliardi di euro. Euro più, euro meno. A tanto ammontano le risorse che lo Stato italiano ha concesso a titolo di finanziamento al Monte dei Paschi di Siena attraverso i Tremonti Bond, per far fronte alla crisi finanziaria del 2008 a seguito del fallimento della Lehman Brothers.
Soldi che, almeno ufficialmente, sono serviti all'istituto senese per migliorare i coefficienti patrimoniali.
Ma visto che queste risorse appartengono al popolo italiano e come già scritto in un articolo precedente il Monte dei Paschi di Siena, almeno per il 2011, non ha corrisposto nessun interesse allo Stato Italiano -peraltro costretto a finanziarsi sul mercato a tassi di circa il 6%-, non trovo ragione per cui il Governo non debba pilotare soluzioni volte all'immediato rimborso di tutte queste risorse, e destinarle alla ricostruzione delle località terremotate e all'emergenza dell'Emilia Romagna.
Vi ricordo che questi soldi pubblici sono finiti per finanziare una banca privata, gestita dalla politica attraverso il controllo esercitato dalle Fondazioni Bancarie e ridotta al dissesto per comprare consensi elettorali.
Il MPS ha degli azionisti che dovrebbero trarre profitti dalla gestione bancaria, almeno in via di principio. Quindi, che si preoccupassero gli azionisti a ricapitalizzare la loro banca e non lo Stato, ovvero i suoi contribuenti.
Dinanzi alla drammaticità degli eventi, il Monte dei Paschi restituisca immediatamente i soldi agli italiani e andasse a finanziarsi sul mercato, se ne ha le possibilità. Altrimenti, che fallisca pure. Questo costituisce un dovere morale in capo sia alla banca, sia al Governo che mi auguro voglia perseguire questa soluzione.