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Il Governo tecnico e la sua costituzionalità – parte 2

Creato il 15 novembre 2011 da Laventino

Il Governo tecnico e la sua costituzionalità – parte 2

Titolo originale: "vedi sopra"
Data di prima pubblicazione: 14 Settembre 2011

Completiamo con questo articolo l’analisi dei poteri del Parlamento limitatamente agli aspetti di rappresentanza e responsabilità nei confronti dell’elettorato e degli organi di governo: per meglio comprendere il tema, consiglio di riprendere l’articolo precedende andando qui.

Tutti sanno che il Parlamento rappresenta la Nazione, tutelando le minoranze e le diverse regionalità. Il suffragio universale assicura inoltre che tutti i cittadini siano messi nelle condizioni di esprimere attraverso il voto partecipazione alla vita democratica dello Stato.

Il parlamentare è quindi caricato di una prima responsabilità: rappresentare la volontà del suo elettore ma, ancor prima, gli interessi dell’intera popolazione.

Questo è esplicito nella Costituzione:

Art. 67.

Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato.

Il vincolo di mandato è, brevemente, un analogo del “mandato imperativo”: un “contratto” che vede l’elettore legato all’eletto, se questi non rispettava la volontà dell’elettore poteva essere rimosso. E quindi chiaro che il parlamentare deve essere libero dal condizionamento di chicchessia, lobby, persona, ente.

Nel nostro Paese infatti il sistema delle lobby (o “gruppi di pressione”) è vietato, proprio perchè la vita democratica dello Stato si deve esplicare nella libera discussione nelle Camere.

Purtroppo assistiamo in questa legislatura ad una sovversione delle prerogative parlamentari che vengono ormai “lobbizzate” dal Governo attraverso la “questione di fiducia“.

Art. 70.

La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere. Art. 71. L’iniziativa delle leggi appartiene al Governo, a ciascun membro delle Camere ed agli organi ed enti ai quali sia conferita da legge costituzionale.

E’ quindi vero che il Governo ha il diritto\dovere di agire su questioni di materia urgente, ma purtroppo l’attuale produttività del nostro Parlamento ha raggiunto livelli infimi:

Secondo il rapporto sull’attività del Senato della Repubblica dicembre 2009 – dicembre 2010

Leggi approvate
ordinarie 48
costituzionali 0
bilancio dello Stato 6
conversione di decreto-legge 21
totale 75

Oltre a 21 conversioni, e per ben 17 volte (tra il 2011 ed il 2011) il Governo ha posto la “questione di fiducia” in merito ai decreti di materia urgente e\o approvazione del documento di programmazione finanziaria.

Praticamente 1/3 dell’attività del solo Senato è stata convertire decreti di natura Governativa.

Ad onor del vero le due Camere svolgono la maggior parte della loro attività in commissione, ma spero che questi numeri, liberamente consultabili nei siti di Camera e Senato, servano a tutti come spunto per riflettere sull’effettivo potere del Governo nei confronti del Parlamento: in uno Stato dove il “controllore” è soggiogato con vari strumenti dal “controllato” corriamo il serio pericolo che minoranze ed interessi si ripercuotano sulle spalle di una maggioranza che si rivela puramente nominale.


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