Il 19 gennaio la Turchia ha commemorato Hrant Dink, il giornalista turco-armeno, direttore del settimanale Agos, ucciso nel 2007. Come ogni anno, una grande folla e discorsi appassionati hanno accompagnato la ricorrenza celebrata proprio nel luogo in cui Hrant Dink venne colpito da un giovane legato ad ambienti ultra-nazionalisti. E come ogni anno è stata manifestata rabbia per il corso della giustizia interrotto a metà: puniti gli esecutori materiali, ancora ignoti i mandanti di un assassinio di dichiarata matrice politica.
LEGGI ANCHE: Il 19 gennaio a Istanbul (e Hrant Dink)Il 20 gennaio è arrivato il messaggio di cordoglio del premier Ahmet Davutoğlu: parole importanti per riconoscere il ruolo prezioso dell'"intellettuale d'Anatolia" - così viene ricordato Dink - nel creare un " futuro comune tra turchi e armeni senza sacrificare la sua identità armena e la sua lealtà alla Turchia ". Dink era infatti membro della minoranza armena dell'Impero ottomano spazzata via quasi del tutto dai tragici eventi del 1915, quelli che gran parte della comunità internazionale considera un genocidio in piena regola. Dink era però nato e sempre vissuto in Turchia. Era dunque un cittadino turco a tutti gli effetti.
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