L’altro giorno stavo scorrendo alcuni forum di espatriati in cui si parlava di alcune citta’, e in particolare dei quartieri migliori dove vivere. Ma si sa, questo del trovare il posto perfetto dove vivere credo sia un po’ il sacro graal del Viaggiatore. E credo sia anche logico in fondo: uno va via dalla sua citta’, dal luogo in cui e’ nato e cresciuto, e lo fa per trovare un posto migliore, un posto ideale.
Era uno di quei forum che partono con la domanda: “devo trasferirmi a XYZ per lavoro: qual e’ la zona migliore dove vivere?”
A quel punto parte il filo delle risposte, in cui ognuno dice la sua. Una donna sui 35, sposata, consiglia una certa zona perche’ ci sono ottimi supermercati, negozietti di roba organica e altre menate. E’ un po’ fuori mano, certo, ma i prezzi delle case sono bassi e con gli stessi soldi di un appartamento in centro puoi farti la villetta col giardino. E poi di notte e’ sicura.
A questa si accoda un uomo che ha figli e che consiglia una zona limitrofa, in cui puoi approfittare delle comodita’ della zona di cui parlava la tipa, visto che sono solo un paio di minuti di macchina in piu’, ma hai il vantaggio di essere vicino alle scuole. Dice: meglio metterci due minuti per accompagnare a scuola i pargoli e dieci per il supermercato, che il viceversa!
A entrambi risponde un altro espatriato. Dice: si belle zone: ma io ho vissuto da quelle parti ed ero single – mi costava un botto di taxi a ogni weekend, perche’ si trova dalla parte opposta alla zona dei locali notturni. E poi il trasporto pubblico fa schifo da quelle parti, per arrivare in centro devi cambiare tre volte.
Gli fa eco un altro, che conferma e consiglia per questi motivi di andare a vivere in centro. Evidentemente non ha problemi di budget (parla di ristoranti costosi), e non gliene frega un granche’ ne’ di avere un giardino, ne’ tantomeno dei negozietti biologici.
A lui risponde una che non e’ d’accordo con nessuno dei precedenti. Dice che la prima zona e’ lontana dalla spiaggia, quindi niente, e vivere in centro e’ uno spreco di soldi per niente. Lei vive vicino alla spiaggia, che in teoria e’ zona ancora piu’ costosa, ma condivide con tre persone e quindi il suo affitto e’ molto piu’ basso.
Si, buonanotte – le ribatte un altro. In spiaggia e’ il regno dei turisti con lo zaino in spalla che vanno a ostelli e fanno casino tutta la notte. Un posto per fricchettoni.
Ora, non so quanto di questo discorso risultera’ comprensibile a quella parte dei miei lettori che non e’ emigrante. Ma pensateci: e’ vero, una volta lasciata casa in fondo un posto vale l’altro, o no? E allora perche’ non scegliere il posto migliore? E non il posto “migliore” in generale, ma quello migliore per te, per le tue esigenze, per i tuoi gusti.
E allora pensavo a me. Sono cresciuto in un paesino di 3000 abitanti, sperso nella campagna veneta. I trasporti pubblici fanno schifo, un autobus ogni mezz’ora e’ tanto. La prima stazione dei treni e’ a cinque chilometri da casa mia, il primo supermercato a due. La spiaggia non ne parliamo: piu’ di un’ora di macchina, se contiamo le code estive. Praticamente per fare qualsiasi cosa bisogna prendere l’auto. Si arriva in “centro” a piedi, vabbe’, ma in “centro” puoi trovare solo il panificio, le poste, la tintoria, la cartoleria, la macelleria, l’edicola e poco piu’.
Del clima non parliamo: l’estate e’ da impazzire per via dell’umidita’, l’autunno e’ un simil-inverno, nebbioso, grigio e freddo. Il due di novembre sembra uno di quei film di horror-fantascienza degli anni ’70. Poi da novembre inizia l’inverno, e da li’ in poi devi grattare il ghiaccio dal parabrezza della macchina ogni mattina, almeno fino a febbraio. Con queste bellissime settimane di gennaio in mezzo in cui hai minima -6 e massima -2, e se nevica un giorno te la porti fino a fine mese. Poi arriva marzo e fa troppo freddo, un aprile bastardo che ogni tanto ti illude con qualche bella giornata ma poi torna all’inverno quando meno te lo aspetti, maggio e giugno che sono gli unici due mesi belli dell’anno, e poi si ricomincia col caldo tropicale.
Insomma: se uno mi proponesse oggi di trasferirmi in un posto cosi’, col cavolo che ci andrei.
Eppero’ quel posto in particolare e’ quello in cui sono nato, e lo amo per questo anche se ha i suoi difetti. (bisogna anche dire comunque che i pregi sono tantissimi e controbilanciano i primi, a dire il vero). Pero’ da esterno probabilmente lo giudicherei con i parametri con cui giudico il resto del mondo, ovvero il clima, il lavoro, la gente, le comodita’, eccetera. E per questo probabilmente se mi ci trasferissi mi lamenterei come mi lamentavo di Brisbane (che e’ a due ore di macchina dal mare), di Melbourne (che ha un clima altrettando della minchia) e naturalmente di Tokyo, per mille altri motivi.
E ho pensato. Sono davvero nel mio posto ideale, qui in Giappone? Tokyo e’ davvero il posto per me, il mio graal del Viaggiatore?
La risposta, naturalmente, e’ NO: ma di questo parleremo, ahivoi, nel prossimo episodio.