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Per trovarlo non basta un plotone di templari. O di Swot. E tantomeno mille squot al giorno.Per rintracciarlo non servono i satelliti.Nemmeno Tom Ponzi sa dove sia. Né la Nasa, la CIA, o l'Intelligence al gran completo. Del graal si sa poco e quel che si sa pare sia leggenda.Il graal poi, come se non bastasse, cambia.
Quello che per me è il calice della relazione perfetta, la coppa dell'abbondanza, della felicità e della fertilità, per un'altra magari è un supplizio. Più schifoso di un caffè al limone. Col sale dentro.
Per me il Graal ha una forma precisa. Una faccia. Perfino un nome. So addirittura dove andare a cercarlo. Solo che non lo voglio più. Perché pur non negando che quella faccia lì, quel nome e quella forma, per me siano stati il Graal, poi ho capito che non lo erano. O meglio che lo erano, ma non per me. Anzi, per me, ma non per lui. Succede. Shit happens, dicono gli americani, no? Ecco. A me è successo. Doveva capitare prima o poi, no? Il mio Graal l'ho visto arrivare, non da solo. Visto che non ho mai amato i servizi coordinati e compro un solo bicchiere per volta, certo non ero pronta - né mai lo sarò- a prendere una coppia piuttosto che un pezzo unico.Quindi l'ho cacciato, in malo-malissimo modo, ritrovandomelo comunque sulla porta per mesi. Fino a scoprire che da confezione in dolby s'era trasformato in single e ho accettato di bere alla sua coppa, bagnandomi appena le labbra all'inizio e poi tuffandomici dentro fino al collo, dopo poco. Il mio calice ha velocemente preso posto in cucina, in casa mia, e c'è rimasto per un bel pezzo.
Il mio Graal era tutto il contrario di quanto mi aspettassi di volere. E di sapere. Per me è stato gelosia (io che gelosa non lo ero stata mai), è stato dolcezza (idem), è stato desiderio e passione (vedi sopra). Fuoco, gelo, urla e strepiti. Scenate e notti insonni. Uragani, terremoti e tzunami giorno sì e giorno pure. Baci lunghissimi e musica nella cassetta delle lettere. Fiori. Coccole. Pavimenti. Pentole. Lavatrici. Calzini. Lettere. Bugie. Paure. Consulenti impiccione. Corteggiatrici on e off line. Parole non dette. É stato meraviglia. Éstato tradimento, fiducia spezzata, pianti che sembrava non finissero mai. Risate fino a fare male. Telefonate infinite, all'alba, al tramonto, di giorno e di notte. Attese. Segreti (tipo me) per il suo mondo, da cui ero esclusa. Serate e giornate intere ad aspettare. "No non esco". "No, grazie". "Non ci sono". A raffica per chiunque altro.
Il mio graal è caduto. Si è rotto. Mille volte aggiustato con l'Attack. Ricaduto e riaggiustato. Così tante volte che se mi chiedessero quante non saprei. E poi, alla fine, l'ho trovato in rete. In vendita. Con uno pseudonimo che una volta aveva usato per me. Attivo e online. Banale. Povero come non credevo riuscisse a essere. (E non vi dico il giramento di coglioni, eh).E allora, solo allora, alla fine, ho capito. (Meglio tardi che mai). Che uno per avere un graal, in qualche modo deve essere lui stesso calice. Per vivere quel che avevo vissuto io, tocca essere quello che ero stata io per lui. E lui per me. In una simbiosi perfetta e magica e rarissima di "io voglio te e tu vuoi me". A prescindere. Di quel "tu vuoi me e io te" che non ammette scuse, che sposta montagne e se occorre fa disastri e se ne sbatte delle conseguenze. Di una cosa così forte e così grande che senza non vale più la pena vivere.
Ecco.Questo è il mio graal. L'assoluto. Non un pelo di meno. Un assoluto che non contempla logica, che non accetta pareri, che se ne fotte della razionalità e prende tutto. Senza esclusioni. Il pacchetto completo. Non è una cosa che si spiega, questa dell'assoluto: o ce l'hai (di tuo, dentro, fino al midollo) e la capisci oppure niente; se non ce l'hai o la perdi, non serve a niente parlarne. Quell'assoluto per cui avevo perso la testa, unico, perché solo per me. Una volta tanto. Il graal è assoluto, già, e l'assoluto richiede assolutezza. E quindi niente. Quindi no, il graal, oggi, grazie, ma non lo voglio più. Non lo vorrei nemmeno se mi arrivasse per posta, o consegnato da un DHL. Ne ho avuto uno. E credo sia già tanto. Pure troppo. E ne ho fatto tesoro. Nel resto non credo. E pure se ci credessi non mi interesserebbe comunque.