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Il gran casino del nucleare

Creato il 20 aprile 2011 da Fabio1983
Sullo stesso giornale, T-Mag, ieri sono stati pubblicati due articoli apparentemente contrastanti. In apertura si è giudicato piuttosto ambiguo il netto dietrofront del governo sul nucleare, mentre negli Appunti di viaggio Carlo Buttaroni scriveva una cosa assolutamente vera:
I leader sono schiavi dell’opinione pubblica, ne osservano ogni più lieve movimento e sussulto, sempre pronti ad assecondarla, senza che a nessuno venga in mente che qualche volta l’opinione pubblica ha torto e senza che nessuno abbia il coraggio di affermare e di difendere qualcosa in cui crede veramente, anche contro le idee correnti. O dando almeno la possibilità all’opinione pubblica, una volta ogni tanto, di scegliere un fatto anziché un sogno.
Che i due articoli in verità non siano in contrasto è reso evidente dalla riflessione, a mio avviso sulla stessa lunghezza d’onda, di Luca De Biase. Se i nuclearisti erano così convinti delle proprie ragioni avrebbero fatto più bella figura a proseguire imperterriti il cammino intrapreso – al di là della paura post Fukushima –; ergo tali ragioni così grandi non erano. E francamente mi hanno sorpreso non poco i quesiti posti ieri da Tremonti (le domande potete leggerle sul primo articolo linkato da T-Mag), segno inconfutabile che la decisione del ritorno all’atomo sia stata di interesse anziché una scelta ponderata. E ora, guarda caso, tornano di moda le rinnovabili su cui invece si è litigato abbastanza negli ultimi mesi. Lo dico? Lo dico. Quella del governo sul nucleare – prima, dopo e durante il disastro giapponese – è stata una farsa sesquipedale.

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