Il gran pasticcio dei Punti Verde Ristoro. Potevano riqualificare 35 aree verdi importanti della città, ma il Comune ha annullato tutto. Perché?

Creato il 12 settembre 2014 da Romafaschifo
Cosa erano i Punti Verde Ristoro? Qualcosa di molto, ma molto semplice. Dedicati ad aree verdi non di pregio (ma comunque importanti, attenzione), erano sostanzialmente quello che qualche tempo fa proponevamo in questo articolo. Concedere a degli operatori (selezionandoli in base alla qualità) la possibilità di aprire dei chioschi (bellissimi, progettati da giovani studi di architettura, roba da pubblicazione, sennò ciccia!) in spazi verdi, in cambio della concessione non chiedere soldi (o chiederne pochi), ma chiedere un impegno concreto nella tutela - e nella valorizzazione - dell'area verde stessa. Il Comune, in realtà, dopo la schifezza dei Punti Verde di Qualità (che sono un'altra storia) questa cosa l'aveva fatta. Il bando era stato pubblicato, era stato vinto, c'erano aziende vincitrici che avevano puntato su questa nuova attività e vi avevano investito.
In settimana scorsa l'attuale amministrazione ha annullato tutto dicendo che non ci guadagna abbastanza. Non si sa se con l'obbiettivo di fare un altro bando. Esponendosi a ricorsi al TAR che saranno clamorosi e che massacreranno l'amministrazione (speriamo pure nei confronti una buona volta della Corte dei Conti). Ma soprattutto condannando le tante aree verdi interessate a morire di degrado come sono ora e ancor più di ora.

Il progetto avrebbe potuto portare posti di lavoro, riqualificazioni, tutela del verde, nuovi progetti gastronomici. Perché il Comune ha fatto saltare tutto? Ha riscontrato irregolarità? E allora perché non le ha denunziate? Ha scoperto che tutti i vincitori dei bandi erano amichetti di Alemanno sotto al quale l'assegnazione si era svolta? Ma a noi risulta che in alcuni casi i vincitori siano imprenditori di qualità, che potevano davvero riqualificare luoghi lasciati in abbandono. Si poteva obbligare loro ad aprire e chiudere i parchi e a manutenerli. Oggi il Comune non riesce a farlo e da quando c'è la nuova amministrazione i contratti con le Cooperative incaricate sono stati fatti scadere senza avere la capacità di rinnovarli. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: i parchi sono luoghi da cui fuggire non in cui stare. Specialmente i bambini sono ormai completamente tagliati fuori.

Perché il Comune ha interrotto un processo che poteva invertire la rotta nel segno dell'Europa (non c'è parco, da Londra a Lisbona, che non abbia il proprio bel chiosco all'interno: un servizio per chi frequenta e un presidio di manutenzione fondamentale).



Ma quali parchi erano interessati al progetto annullato? Tantissimi. Eccoli nell'immagine qui sopra. Tutti luoghi dove alcuni problemi potevano essere risolti e che invece conserveranno tutte le loro criticità, anzi accentuandole. Tutto da rifare, insomma. Oppure, come sembra piacere così tanto a questa amministrazione, tutto da lasciar marcire nell'abbandono.

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