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Il grandangolo: vantaggi, svantaggi, quando usarlo e quando farne a meno

Da Ragdoll @FotoComeFare

Gli obiettivi grandangolari, si sa, servono a fare foto ai paesaggi o magari sono da usare in spazi ristretti e per grandi gruppi di persone. Sei d’accordo, no?

Beh, non è proprio così. Questa è una comoda semplificazione, che serve a facilitare il discorso per un principiante. Ma se vuoi diventare un fotografo vero, o almeno un po’ meno principiante, non puoi accontentartene.

Come ho ripetuto spesso, sia su questo sito che sulla guida alla scelta di reflex obiettivi, obiettivi e lunghezze focali diverse non servono solamente ad avvicinarsi o allontanarsi dai soggetti, in altre parole ingrandirli e rimpicciolirli. Sapere quali sono i veri effetti di un particolare obiettivo su un’immagine, di una particolare lunghezza focale, è fondamentale per scegliere bene.

In questo articolo, ti spiego quindi quali sono gli effetti fondamentali dell’uso di un grandangolo e quindi delle lunghezze focali corte. Ti spiego anche altri vantaggi e cose da non fare con un obiettivo grandangolare. Queste conoscenze sono indispensabili se vuoi superare lo status di principiante.

My Sigma 10-20mm 1:4-5.6DC HSM by George Rex, on Flickr

Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic License
  by George Rex

Dilatazione delle distanze

Senza dubbio, la cosa più importante da sapere è che gli obiettivi grandangolari fanno percepire gli oggetti come se fossero più distanti da noi, rispetto a come li vediamo. Ma soprattutto, complessivamente le distanze tra gli oggetti risultano amplificate.

Questo fatto ha due conseguenza principali sull’estetica delle foto scattate con un grandangolo.

Prima di tutto, l’effetto prospettico viene enfatizzato. Chi vuol essere puntiglioso ti dirà che non è la lunghezza focale ma la distanza dal soggetto a modificare la prospettiva. È vero, ma qui facciamo un discorso di tipo percettivo e non cerchiamo di essere scientificamente esatti.

Detto questo, l’effetto prospettico, come saprai, è quello che ci fa percepire gli oggetti più vicini più grandi rispetto ai più lontani, anche se ciò non corrisponde alla realtà. Pensa per esempio a quanto è più alta una persona in piedi vicino a te rispetto ad una montagna sull’orizzonte.

La dilatazione delle distanze ottenuta attraverso le focali corte enfatizza questo effetto e quindi fa percepire gli oggetti vicini ancora più grandi rispetto quelli lontani. Inoltre, essi risultano anche più distanti tra loro. Puoi usare questo fenomeno in diversi modi all’interno di una foto.

Innanzitutto, puoi dare maggiore importanza al primo piano, in quanto man mano che gli elementi della scena si allontanano dalla fotocamera, verranno decisamente rimpiccioliti. Il primo piano sembrerà ingigantito al loro confronto e quindi avrà una forte predominanza all’interno della composizione.

Per sfruttare al meglio questo effetto, ti conviene quindi, quando usi un obiettivo grandangolare, avvicinarti di molto ai tuoi soggetti. Anche in una fotografia di paesaggio in cui non hai una soggetto principale, avvicinandoti al terreno in primo piano, darai molta più profondità allo scatto.

In secondo luogo, le linee oblique, che sono in genere uno strumento molto forte per condurre l’occhio dell’osservatore all’interno dell’inquadratura, diventano ancora più efficaci e facili da aggiungere all’inquadratura con grandangolo. A causa dell’effetto prospettico, le linee non parallele all’obiettivo si dirigono verso quelli che sono chiamati punti di fuga.

Le lunghezze focali ridotte accentuano questo effetto e quindi rendono le linee oblique più potenti nel dare profondità alla foto e nel condurre l’occhio dell’osservatore. Pensa ad esempio alle linee verticali di un palazzo che inquadri dal basso verso l’alto con un obiettivo grandangolare. Esse diventano facilmente oblique e convergenti verso lo stesso punto.

Questo può essere anche un problema, soprattutto quando vuoi che le linee verticali rimangano verticali. Se vuoi che ciò accada, devi fare in modo che le verticali siano parallele al piano del sensore, in altre parole alla lente frontale dell’obiettivo. Al contrario, più inclini l’obiettivo, più aumenterà la loro convergenza.

Maggiore angolo di campo

La seconda importante conseguenza dell’uso di lunghezze focali corte è l’aumento dell’angolo di campo. Ciò significa che con obiettivi grandangolari, allarghi il tuo campo visivo, vedi più cose in sostanza. Per i dettagli su questo fenomeno, ti consiglio di leggere l’articolo Lo sapevi che zoomando riduci il campo visivo?, oppure la mia guida alla scelta di reflex ed obiettivi.

Dal punto di vista compositivo, ciò significa che con un grandangolo puoi catturare più contesto. Puoi avvicinarti molto al soggetto principale e contemporaneamente fotografare molte cose sullo sfondo. Infatti, questo è uno dei motivi per cui nel reportage e nella street photography sono molto usate focali corte.

Il rovescio della medaglia è che così devi stare molto più attento allo sfondo. Come sai, un bellissimo primo piano può essere totalmente rovinato da uno sfondo disordinato e incoerente. Aumentando l’angolo di campo, rischi di introdurre nell’inquadratura un sacco di schifezze. Per imparare a tenere sotto controllo i tuoi sfondi, ti consiglio di leggere l’articolo Lo sfondo non è in secondo piano.

Profondità di campo sempre elevata

La profondità di campo viene controllata attraverso l’apertura, ma anche la lunghezza focale influisce. Le lunghezze focali più corte aumentano di molto la profondità di campo.

Perciò, foto che richiedono una profondità di campo molto elevata, come i paesaggi, traggono beneficio degli obiettivi grandangolari. Anche senza usare valori di apertura troppo alti, questi obiettivi permettono di avere scene completamente nitide dal primo piano fino all’oggetto più lontano. Con una lunghezza focale di 18mm, su sensore APS-C, con apertura f/11 e mettendo a fuoco a 1,45m di distanza, avrai già la scena completamente a fuoco fino all’infinito.

Chiaramente, questo significa che se vuoi ottenere un bello sfocato molto accentuato non ti conviene fare uso di grandangolari.

Facilità di messa a fuoco

Gli obiettivi grandangolari hanno una messa a fuoco decisamente più rapida e più facile rispetto ai teleobbiettivi. Ciò è dovuto principalmente alla profondità di campo elevata di cui parlavo sopra.

La profondità di campo ridotta di un teleobiettivo rende difficile mettere a fuoco esattamente il punto che desideri, soprattutto con aperture ampie. Infatti, in questi casi basta una lieve differenza di distanza del soggetto dall’obiettivo e, spostando il punto di messa a fuoco di pochi centimetri, ti ritrovi con il tuo punto di interesse sfocato. Con obiettivi grandangolari, questo non succede.

Leggerezza e ingombro ridotti

Un altro vantaggio degli obiettivi grandangolari sta nel fatto che sono comunque decisamente meno ingombranti e più leggeri di qualsiasi altro obiettivo. Essi infatti sono sempre molto corti (rispetto agli altri obiettivi) e quindi il volume e il peso non possono mai essere troppo elevati.

Ciò è utile sia per rendere più leggero il tuo zaino o la tua borsa fotografica, sia per rendere meno visibile la fotocamera. Se sei appassionato di street photography un grandangolare può diventare utile anche in questo senso. Inoltre, anche su un treppiede economico è facile bilanciare una fotocamera con obiettivo corto.

Attenzione alle distorsioni

Gli obiettivi grandangolari sono più soggetti alle distorsioni. Alcune sono facilmente correggibili all’interno di molti programmi di post-produzione, che forniscono profili per ciascun modello di obiettivo e ne correggono le distorsioni specifiche.

Altre distorsioni, però, non sono difetti dell’obiettivo specifico ma sono conseguenza diretta dell’uso di lunghezze focali più corte. Parlo in particolare dell’allungamento degli elementi che si trovano ai bordi dell’inquadratura. Questa distorsione è difficile se non impossibile da rimuovere ed è particolarmente spiacevole se ai bordi dell’inquadratura si trovano delle persone. In questo caso, esse vengono orribilmente deformate. Cerca di non posizionarle mai agli estremi dell’inquadratura.

Allo stesso modo, sappi che probabilmente nessuno ti sarà grato per un ritratto che egli hai fatto a distanza ravvicinata con un grandangolare. Ciò che accade in queste occasioni è quello che viene spesso chiamato l’effetto nasone. L’effetto di dilatazione tipico delle lunghezze focali corte ingrandirà il naso dei soggetti ravvicinati e la distanza tra gli occhi e complessivamente renderà brutte anche le persone più affascinanti.

Moooooooooo! by Tambako the Jaguar, on Flickr

Creative Commons Attribution-No Derivative Works 2.0 Generic License
  by Tambako the Jaguar

Polarizzatore sconsigliato

Il filtro polarizzatore, per essere efficace, deve essere puntato a 90° rispetto alla direzione dei raggi solari. Quando usi lunghezze focali veramente corte, diciamo sotto i 20 mm equivalenti, anche se punti nella direzione corretta, l’angolo di campo è così ampio che i lati dell’inquadratura avranno un’incidenza molto diversa.

Così, l’effetto del filtro varierà sensibilmente all’interno dell’inquadratura, creando effetti non propriamente piacevoli. Quindi, anche se il filtro polarizzatore e consigliato per la fotografia di paesaggio, se usi lunghezze focali molto ridotte da valuta se vale la pena utilizzarlo.

Rischio lens flare

Includendo una fonte di luce, tipicamente il sole, nell’inquadratura, rischi in genere di introdurre l’effetto detto lens flair, che si manifesta con macchie luminose come nell’immagine qui sotto.

My Assistant by Jonathan Kos-Read, on Flickr

Creative Commons Attribution-No Derivative Works 2.0 Generic License
  by Jonathan Kos-Read

Per ridurre questo rischio si usano solitamente i paraluce da montare davanti all’obiettivo. A causa dell’ampio angolo di campo, non solo i paraluce per i grandangolari devono essere molto corti ma è più probabile che in una foto all’aperto il sole entri nell’inquadratura. Come conseguenza, devi stare molto più attento al lens flare.

D’altro canto, se vuoi usare questo effetto appositamente, allora con un grandangolo ti troverai avvantaggiato.

Vignettatura naturale

La vignettatura, ovvero lo scurimento degli angoli o dei bordi della foto, è un effetto che spesso viene introdotto il post-produzione. Ma ci sono casi in cui non vuoi averlo.

I grandangolari, soprattutto quelli più economici, tendono ad introdurre una vignettatura visibile. Purtroppo, al momento dello scatto non puoi farci niente, è una caratteristica collegata al modello di obiettivo che stai usando.

I generi dei grandangolari

Per concludere, ti presento alcuni generi fotografici in cui un obiettivo grandangolare trova facilmente applicazione:

  • fotografia paesaggistica, il genere più ovvio, che trae vantaggio dall’ampio angolo di campo e dalla elevata profondità di campo;
  • reportage/street photography, traggono vantaggio dalla possibilità di immergersi tra i soggetti delle foto, conseguenza della lunghezza focale corta, dalla velocità di messa a fuoco e dalla possibilità di catturare molta parte del contesto;
  • fotografia ai concerti, trae vantaggio dall’enfatizzazione della prospettiva in inquadrature ravvicinate dei musicisti e dall’ampio angolo di campo in fotografie collettive dei musicisti o del pubblico;
  • fotografia architettonica, trae vantaggio dall’ampio angolo di campo per foto anche ravvicinate a edifici di grandi dimensioni, ma attenzione alle verticali cadenti;
  • ritratti di gruppo, traggono vantaggio dall’ampio angolo di campo che permette di includere numerose persone.

Tu che ne pensi?

Preferisci i grandangolari o i teleobbiettivi, ne fai usi diversi da quelli che descritto? Raccontalo in un commento.


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