Oggi – causa web-out- mi è toccato vedere la televisione per raccattar spunti, ma è stata un’esperienza desolante: telegiornali brevi, imbastiti alla carlona tra amenità inutili e panegirici sulle sterili gesta del governo, inframmezzati da brezze di guerra ridotte dalla censura a tristi enfisemi pseudo-propagandistici; ma in compenso ho avuto la gioia di assistere ad un interessantissimo dibattito sull’annoso e deleterio tema del ruolo della “suocera” all’interno della famiglia moderna. Gli esperti chiamati in causa – un’accozzaglia eterogenea di refusi televisivi colti a gozzovigliare tra una televendita e un’altra -, dopo un’ostica discussione sono giunti all’illuminante conclusione che il nucleo familiare contemporaneo è sì profondamente mutato rispetto al passato, ma, nonostante tutto, la suocera – una delle più deleterie manifestazioni del male in terra -, resta e resterà una carogna fino alla fine dei tempi.
Beh, è consolatorio prendere atto che ci sono cose che non cambiano, è quantomeno rassicurante; forse i treni non arriveranno più in orario nell’era dell’estinzione inesorabile delle mezze stagioni, ma sapremo sempre chi incaprettare sui binari in un momento di liberatoria follia. Basta solo armarsi di pazienza, rassegnarsi all’incognita oraria e tenere un maglioncino e un ombrello sempre a portata di mano per ogni evenienza.
I nostri cervelli vengono letteralmente rincoglioniti dalle news più inutili, venefiche chimere caoticamente e volutamente variegate. Possiamo tranquillamente partire da ogni punto di questo coacervo pseudo informativo tutto capo e coda, casomai iniziando dall’ingaggio di Balotelli, passando per la relazione tra la D’Amico e Buffon, sino ad arrivare al presunto flirt tra la Picerno e Saviano – quest’ultimo, vista la deludente indiscrezione, di certo fortunatissimo al gioco -, coscienti che si approderà sempre ed inevitabilmente sulle aride rive del nulla più assoluto.
Niente di più semplice e allo stesso tempo utile, perché il pettegolezzo – in ogni sua forma – va ad intorpidire i nostri già provati gangli con molta più decisione di qualsiasi altra sostanza sino ad atrofizzarli irrimediabilmente .
E’ noioso, nonché deprimente, interessarsi alla realtà dei fatti, visto anche l’andazzo generale, perché tra una cornificazione tra vip e un’attempata ma tenace tettina ministeriale spuntata come un fungo sotto un anonimo ombrellone ci mitragliano con celeri e terrorizzanti raid: il Pil cala sempre più a picco – neanche l’accademico Schettino saprebbe fare di meglio -, nonostante Renzi fosse certo che con 80 euro in più la gente accendesse mutui trentennali per incendiare il mercato, più guerre sono alle porte, ma si rivela più proficuo accennarlo ad intermittenza, colpi brevi, punzecchianti ma decisi, a poca distanza l’uno dall’altro, ottimo sistema per produrre un sottile ma continuo stato d’ansia che mantiene drammatica la soglia d’allerta; terrorizzare e terrificare non sono sinonimi, il secondo è solo l’emancipato sfruttatore del primo.
Ed infine, chiose epiche che non possono mancare in ogni notiziario che non si rispetti, la storia strappalacrime di un cane che attraversa le Alpi Apuane per tornare dal suo padrone, quella del gorilla che riesce a far di conto con un pallottoliere (altri due mesi e risolverà la crisi al posto di Padoan) e la ricetta geo-politicamente corretta delle penne al pesto!
Durante la pausa estiva, ad esempio, sono letteralmente spariti i nostri detenuti e cautelati illustri: non sappiamo che fine abbiano fatto Scajola e Cuffaro, ignoriamo se il primo ha iniziato a ricordare finalmente qualcosa, quantomeno le proprie generalità, e se il secondo riceve puntualmente il suo stipendio nelle patrie galere, casomai delucidandoci sul come sia riuscito a diventare Presidente della regione Sicilia nonostante abbia inaugurato la sua carriera facendo da “guastatore” per Cosa Nostra in una storica quanto triste puntata del Maurizio Costanzo Show, durante la quale attaccò vergognosamente Giovanni Falcone dal pubblico (è proprio vero che in Italia non sono mai i migliori ad andarsene ma i peggiori a restare).
Quando da queste parti un politico va in galera (ma avvertiamo il lettore che rasenteremo la fantascienza precipitandovi rovinosamente) cala sulla di lui vicenda giudiziaria un incantato sipario di omertà e protezione, il galeotto ci sparisce sotto gli occhi, entra mistericamente in un limbo di dimenticanza che ha l’unico scopo di coprire le spalle a quelli che sono ancora fuori. L’Illustre detenuto italiano non va in galera, sfatiamo questa vana speranza, viene teletrasportato in una rilassata e coccolante dimensione alternativa, e una volta lì smette di comunicare con l’esterno.
Per quel che ne sappiamo il dimenticato Fiorito ora potrebbe coltivare allegramente il suo colesterolo incastrato in un immenso distributore di merendine e il costituente Berlusconi si sta godendo le sue meritatissime 77 vergini due volte a settimana in quel di Cesano Boscone.
Franco Giordano
commenta: Il grande circo in Italia ai tempi della Troika
fonte foto: satiricoamabile
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