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Il grande e potente Oz

Creato il 18 marzo 2013 da Ildormiglione @ildormiglione

Il grande e potente OzI rischi di un flop, di un “Alice in wonderland” la vendetta, erano dietro l’angolo e, soprattutto, avevano insegnato a non ricoprirsi di eccessive aspettative per non rimanere delusi. Poi c’era anche il fattore Sam Raimi, maestro indiscusso nel maneggiare i generi ed omaggiarli, anche se veniva dallo sbagliatissimo “Spider-Man 3“, che era un’incognita enorme che spaventava e non poco gli spettatori. Invece “Il grande e potente Oz“, fantomatico prequel del capolavoro del ’39  di Victor Fleming, riesce a sorprendere per la magnifica carica emotiva che trasporta lo spettatore sin dall’inizio. Inarrivabile probabilmente rispetto a “Il mago di Oz“, tenta di omaggiarlo rispettandone la tradizione. E’ proprio questa la chiave de “Il grande e potente Oz“, perchè in un periodo cinematografico, favorito dall’uso/abuso del digitale, dove chiunque tenta di creare nuovi mondi dove trasportare lo spettatore, iniziava a mancare l’emozione. Troppo spesso infatti sono stati anteposti i paesaggi digitali alle sane ed infantili emozioni, e Sam Raimi, con una scimmietta con le ali, con i fuochi d’artificio che sembrano magia e con una bambina di porcellana, riesce a portare lo spettatore in ben altro mondo rispetto a quello della grafica computerizzata e palesemente finta, perchè lo porta nel mondo dei sogni. I bambini si sentiranno a casa, nei mondi che sognano e leggono nelle favole, e gli adulti torneranno bambini, quando magari in televisione trasmettevano le avventure dell’uomo di latta, del leone e dello spaventapasseri, ed ovviamente della piccola Dorothy. Ed è tutto un classico, nonostante l’ambientazione che viaggia tra “Avatar” e “Il signore degli anelli“, partendo dal bianco e nero iniziale, omaggio semplice e palese de “Il mago di Oz” e di quel cinema che ha fatto la storia; passando per l’ironia immediata di creature buffe e di un protagonista, un James Franco macchiettista capace di fare delle mimica facciale una caratteristica fondamentale del Mago di Oz, tutt’altro che ingenuo ma truffatore e don Giovanni inarrestabile; fino ad arrivare alla strega cattiva che non ha nomi impronunciabili e tremendi, me viene chiamata solo “strega cattiva“. Non ci si nasconde quindi nella dietrologia di un film per bambini mascherato da film per cinefili, ma “Il grande e potente Oz” è proprio ciò che sembra, ossia una favola per tutti. E quindi spazio ai sentimenti, magari banali per chi è abituato ad altri generi di film più “furbi”, ma che colpiscono per la loro genuinità e semplicità, al romanticismo, all’onestà ed al “buono” che è in ognuno di noi. E allo spettatore non resta che sognare, emozionarsi, grazie ad interpretazioni istrioniche, quasi  volutamente teatrali, degli attori. Ad accompagnare uno straordinario James Franco infatti vi è un tris di attrici che riescono ad incarnare alla perfezione i loro ruoli: da un lato troviamo infatti Michelle Williams, nei panni della “principessa buona”, dolce, persino smielata a volte, ma che rientra precisamente nello stereotipo classico della principessa da salvare; poi troviamo Mila Kunis, che inizialmente sembra quasi spaesata, troppo distante dai ruoli che l’hanno resa celebre, persino impacciata, ma che pian piano prende il controllo della situazione e si trasforma, anche fisicamente, fino a diventare l’elemento fondante dell’intero film quando sarà il momento di interpretare un personaggio forte e carismatico e non più insicuro e fragile; ed infine troviamo Rachel Weisz, elegante ed allo stesso tempo ironica, pur mantenendo la perfidia che il personaggio richiede. Altra cosa che colpisce e sorprende, perchè è l’elemento più contrastante con gli stereotipi da favola ma che trasmette il messaggio “Tutto è possibile, basta volerlo”, è l’assenza di magia pura, quella alla “Harry Potter” per intenderci, nel Mago di Oz, che invece deve sfruttare trucchi e stratagemmi, quelli alla “The Illusionist” per intenderci, più terreni e terrestri. Ma si sa, i trucchi di magia da sempre affascinano i bambini, e non solo. Tutto ben calibrato tra ironia e sfarzo visivo, tra emozione e momenti di tensione, per un film che è destinato ad entrare nel cuore di chiunque per la forza espressiva ed emotiva che trasmette. Diffidate perciò da chi superficialmente si limiterà all’aspetto visivo della scenografia digitale, perchè il film è molto altro. Battisti cantava “[...] tu chiamale se vuoi emozioni [...]“, beh, “Il grande e potente Oz” è emozione pura.

Voto 8/10



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