Prima il Cinepanettone adesso il Grande Fratello,un flop tira l’altro. Che sia la fine per i prodotti dell’Italietta trash? Cosa sta succedendo?
I più ottimisti invocano il risveglio degli italiani, una nuova era e bla bla bla. Se conoscete il profilo twitter di Vendommerda,capirete che siamo ben lontani dallo sconfiggere il sonno delle menti. Lungi da me provocarne il risveglio,d’altronde. Non sapete che spasso leggere i commenti dei fans di Massimo Boldi,strenui difensori del Cinepanettone o gli stessi svip italioti e il loro “uso criminoso” del mezzo tuider (non che io lo usi a dovere,eh).
Ho sempre pensato che la colpa non fosse affatto degli autori del Grande Fratello il cui mestiere è semplicemente intrattenere montando l’ennesimo teatrino trash, bensì di chi prendeva sul serio questo programma. E mi riferisco sia a quelli che televotavano,formavano fan club su facebook,organizzavano pellegrinaggi per incontrare in una discoteca di quart’ordine il proprio idolo (?) sia ai bacchettoni dell’ultima ora pronti a moralizzare e a mettersi in cattedra,senza saperne nulla di televisione.
Il problema dei reality in Italia è sempre stato la pretesa di seriosità e di utilità sociale che non hanno mai avuto,nonostante i tentativi, nè devono avere. Quante volte abbiamo sentito parlare di storie di riscatto sociale, rivincita per i personaggi “sempliciotti” del GF (ATTENZIONE: ragazzo semplice in tv is the new semianalfabeta)? Ragazzi che avevano preso scelte sbagliate, poveri in canna, ignorantelli e buzzurri che elemosinavano beneficenza e solidarietà in un programma d’intrattenimento in prima serata,scambiandolo per una trasmissione di Don Verzè.
Perché? Perché in Italia il pubblico televisivo è assuefatto alla tv del dolore (De Filippi e D’Eusanio vi suggeriscono qualcosa?) Questa sorta d’intrattenimento piagnucoloso è considerato meno grave rispetto a un innocuo programma stupidotto,da non prendere affatto sul serio,anzi, da ridolizzare (come la Giallappa cercò di fare per le prime edizioni del Grande Fratello per poi -guarda caso- essere bacchettata e edulcorata fino a diventare una vocina flebile da trasmettere subito dopo il reality).
Prendiamo ad esempio il Jersey Shore: questo programma statunitense con protagonisti un gruppo di tamarri italo-americani (stereotipi viventi) è talmente esagerato e brutto da risultare divertentissimo e autoironico ovvero un reality che si prende in giro da solo e gioca con i propri difetti trasformandoli in punti di forza. Il 99 % del pubblico del Jersey Shore sa benissimo che le situazioni,le reazioni dei protagonisti sono costruite o comunque forzate ma non ne è ingannato, la finzione è già suggerita dal montaggio (il programma è rigorosamente non-in diretta) che alterna i confessionali esilaranti dei concorrenti alle loro avventure girate sul momento ma poi presentate al grande pubblico dopo un bel lavoro di taglia e cuci.
In generale la tv statunitense con qualche eccezione sta abbandonando sistemi di partecipazione come il televoto o il montepremi finale (più graditi sono delle ricompense non in denaro, ad esempio, in Hell’s Kitchen si vince un impiego da capo chef in un lussuoso ristorante). Si preferisce una partecipazione diversa: al momento spopolano le dirette su twitter con commenti rigorosamente dissacratori e smitizzanti ( tutto il contrario di come invece è stato utilizzato il mezzo in Kalispera di Alfonso Signorini dove potevano intervenire solo personaggi “di una certa importanza” con banalità o stupidate senza un briciolo di spirito, a dimostrazione del fatto che gli svip italioti non hanno ancora capito come usare l’uccellino blu e più in generale come sfruttare il web).
Nulla di tutto questo accade in Italia dove il televoto è ancora preso seriamente,nonostante circolino già abbastanza soldi con l’infinita pubblicità quella sì, vera regina della tv, e il montepremi finale è addirittura arrivato (per poi abbassarsi di nuovo negli ultimi anni) a UN milione di euro. Roba da far arrossire persino una pornostar. Soprattutto perché,è bene ricordarlo, i manichini nella casa non sanno fare assolutamente NULLA,non lavorano, non dimostrano particolari doti, nè di meritare quei soldi. Anzi,molto spesso risultano dei veri trogloditi (si azzuffano per il cibo, si accoppiano a favore di telecamera e blaterano di emozioni e altre parole messe in bocca dagli autori,burattinai delle dinamiche in casa). Certo,dipende che cosa s’intende per talento visto che alcuni concorrenti
Un’altra usanza particolarmente odiosa è quella di scegliere come concorrenti futuri attori, attrici,starlette e meteore della tv,scambiando, ancora una volta, il reality non solo come un’occasione di riscatto sociale ma anche come trampolino di lancio per il fantasmagorico mondo dello spettacolo(pieno zeppo di gente incapace e di bellocci di plastica senza talento). Un minuto di silenzo per il dramma di queste povere stelle che si ritrovano dopo anni a piagnucolare in giornaletti da quattro soldi per il loro mancato successo,incolpando a destra e a manca il bruttoecattivo mondo della tv che illude gli ingenui e nontalentuosi. è troppo facile meritarsi il successo! Vuoi mettere poter partecipare ad un reality,diventare famoso,fare delle bruttissime e noiose fiction e poi meravigliarsi che dopo solo dieci copertine di “Chi” tutti si dimentichino il mio nome?
Ancora una volta, l’errore è far credere che i reality siano “cose serie”. Non avete idea di quante persone credino che il Grande Fratello sia un programma di prestigio. Prima avevo parlato del Jersey Shore,facendo notare come il 99 % del pubblico sappia quanto sia trash e di cattivo gusto la trasmissione. Bene, immaginate tutto il contrario per il Grande Fratello. Perché? Perché non c’è nessuno in tv,nonostante sia molto discusso in parecchi spazi televisivi, che lo ridicolizzi, che faccia scendere dal piedistallo i concorrenti, che convinca lo spettatore dell’assoluto paradosso e dell’irrealtà della situazione in cui si trovano,che gli sbatta in faccia la finzione e la vera natura del programma: un circo di scimmie ammaestrate per il gozzoviglio del telespettatore occhio di bue. Invece no. Invece anzichè smitizzare, si enfatizza con risultati ridicoli, si gonfiano le emozioni di plastica,si fa leva sui sogni di cartone (perché motivati da nessun vero talento). Pensiamo alla scaletta: sorpresa per X da parte di un parente neoritrovato (vi sembra familiare il format?Lo stesso da 15 anni in Italia,la famiglia prima di tutto), siparietto non-comico con l’analfabeta di turno ( che è ben felice di essere il Quasimodo alla festa dei folli ma senza la presa di coscienza della propria condizione),altra sorpesa per X2 ( pianterello cotto e mangiato,con tempi televisivi precisi e ben scanditi).
Voi direte, il trash è trash. Lo dice la stessa parola:spazzatura. Che differenza c’è tra il Grande Fratello,il Jersey Shore o America’s next top model? Ebbene,siori miei, c’è una distinzione di sostanza tra questi show. Innanzi tutto,potremmo parlare del fatto che almeno in America c’è una varietà e un’invettiva per i format televisivi che in Italia non esiste più (siamo un paese di copioni strarnazzanti,digiamogelo). Secondariamente, i reality italiani hanno sempre rinnegato la loro natura trash, rinunciando di fatto a una fonte inesauribile di comico e grottesco ma,al contrario, hanno sempre cercato goffamente di darsi un contegno. Anzichè prendere la strada del no-sense e della follia galoppante che contraddistingue l’intrattenimento d’oltreoceano, hanno ripiegato sulla solita pappetta che propinano agli italiani in ogni canale,ad ogni orario: lacrime,storie di famiglie ricongiunte, sbaciucchiamenti e grandi dosi di felicità programmata. Oltre che nuovi finti-idoli incapaci che poi si danno alla macchia qualche mese dopo, sparendo sia dallo schermo sia dalle menti dei telespettatori,poco prima fan sfegatati e compiaciuti.
In conclusione:sempre d’intrattenimento becero si tratta e io gli preferisco sempre un buon libro. Ma mentre il reality italiano esalta la mediocrità,l’ignoranza e la finzione spacciandole per talento, simpatia, semplicità e spontaneità, il trash ironico e surreale, come quello dei teen-drama, non appiattisce i sensi,anzi, ti spinge a commentare,a ironizzare, a smitizzare i protagonisti e ad affilare le armi della critica. è divertente, è costruito con la consapevolezza che la concorrenza è agguerrita(lì dove esistono più di due reti), bisogna cambiare spesso situazioni,personaggi, bisogna rinnovare continuamente,altrimenti il telespettatore ti punisce e cambia canale,favorendo un format concorrente. Qui in Italia non ci sono questi problemi. Non c’è concorrenza,c’è una finta concorrenza. I format sono tutti uguali,il target è unico (fascia anzianotti), addirittura i volti noti son sempre gli stessi e come palline di ping pong volano da un campo all’altro di gioco senza problemi. Non c’è nessuno sforzo di rinnovamento,nè di innovazione.
Il motivo del flop del Grande Fratello e del cinepanettone non è l’improvviso snobbismo degli italiani. è la noia. La noia che ti assale nel veder riproposte sempre le stesse situazioni,le stesse battute, gli stessi volti. Forse i dinosauri della tv (e della tv al cinema cioè il cinepanettone) non si sono accorti che il tempo è trascorso e loro non hanno mai realmente investito su un pubblico giovane (i cartoni animati stranieri censurati e doppiati male NON sono una risposta all’emorragia di pubblico giovanissimo,cari esperti di palinsesti) e lo dimostra il redivivo Forum, Gianni Morandi alla conduzione del Festival, Fiorello con un (quanto meno sano) soporifero cabaret per gente di mezza età,che sì,ha avuto successo ma trainato da un buon uso di Twitter e dalla generale asfissia,dal tanfo di cadavere dei programmi di merda che ha proposto la Rai negli ultimi secoli.
Quindi, cari amici, no, non c’è nessun risveglio di coscienza. Però c’è sicuramente un segnale: il segnale è che il paese si è rotto le scatole di questo appiattimento generale,di questo vecchiume, di questa polvere di morte che ricopre tutto. Sì,anche nel mondo glitterato della tv. Il messaggio è chiaro: o cambiate la tv o continuiamo con lo streaming delle serie tv straniere a oltranza.
A proposito, vado a divorare un’altra puntata di Breaking Bad.