La copertina della prima
edizione americana 1925
Il giovane scapolo Nick Carraway è un tranquillo impiegato alla Borsa di New York. Rappresentante dell’agiata borghesia del Midwest degli Stati Uniti, laureato alla prestigiosa università di Yale, vive a West Egg – Long Island – in una zona molto esclusiva, punteggiata dalle splendide ville dei ricchi industriali e professionisti del Nord. Tuttavia, poco ambizioso sul lavoro e dal tenore di vita morigerato, Nick si accontenta di prendere in affitto una casa molto piccola, stretta fra due proprietà. Quella alla sua destra appartiene a un misterioso milionario, di nome Jay Gatsby che ogni sera – o quasi – dà faraonici ricevimenti ai quali intervengono decine di invitati dell’alta società. Pare che quasi nessuno dei partecipanti abbia mai visto di persona Gatsby; questi preferisce restarsene nelle sue stanze, senza mai scendere fra gli ospiti che intrattiene in maniera tanto generosa con bella musica, divertimenti, cibo e alcoolici a volontà. La sua figura e le sue origini sono avvolte dal mistero così com’è poco limpida la provenienza della sua enorme ricchezza. Quello che si racconta su Gatsby è contraddittorio. La versione ufficiale lo dipinge come un abile uomo d’affari, soldato plurimedagliato ed ex studente di Oxford; quella più diffusa - anche se sussurrata a mezza voce - invece, lo vuole di origini umilissime e invischiato in traffici illeciti e attività losche. Nick ha l’opportunità di conoscerlo da vicino, prima come invitato alle sue feste e poi, quando la frequentazione tra i due si farà più stretta, come amico. Il legame si rinsalda ulteriormente quando Gatsby chiede a Nick di invitare sua cugina Daisy a prendere il tè. Daisy e il marito Tom – ex campione di football – trascorrono le estati in una villa dal lato opposto della baia, a East Egg proprio di fronte alla villa di Gatsby. La donna è una giovane ereditiera con la quale Gatsby ha avuto un’intensa storia d’amore alcuni anni fa, prima che l’esercito lo chiamasse a combattere in Europa nella Guerra Mondiale. Gatsby non ha mai smesso di pensare a lei. Sembra che ogni attimo della sua vita e ogni soldo che ha guadagnato siano finalizzati a realizzare il suo sogno: riconquistare Daisy. La stessa villa comprata dall’altra parte della baia è parte di quel piano di riavvicinamento che il solitario neo-milionario ha preparato. E tutto pare andare per il verso giusto. Da quando si sono rivisti, Daisy non smette di recarsi ogni giorno a fargli visita. La scoperta che il matrimonio tra la donna e Tom è da tempo in crisi, con l’ex giocatore di football impegnato in una relazione extraconiugale, aumenta le speranze di Gatsby di riprendere la storia d’amore interrotta anni prima. Ma i piani, anche quelli ben elaborati, quando ci sono di mezzo i sentimenti e l’animo degli esseri umani sono spessi soggetti al fallimento…
Il grande Gatsby è una parabola triste sui rapporti che regolano le nostre società – nello specifico si tratta di quella americana dei “ruggenti” anni Venti – dove a vincere sono il conformismo, il perbenismo, il disprezzo della lealtà e un escludente modello classista. Gatsby è pure una figura patetica, un parvenu che tenta di comprare con l’enorme quantità di denaro che ha racimolato in pochi anni un passato rispettabile che in realtà non ha. Gatsby è anche un avventuriero di umili origini, un gangster che ha fatto fortuna con il contrabbando di liquori. Un uomo che non sa limitarsi nello spendere, che veste in maniera vistosa e pacchiana e che è generoso fino a mettere in imbarazzo. È interessato a farsi accettare dall'upper class e – di conseguenza – da Daisy, il suo grande amore. Ma Gatsby è anche un sognatore, un uomo leale, semplice e moralmente meno corrotto dei rispettati e all’apparenza rispettabili membri della buona società. Abituati ad avere tutto, costoro non guardano in faccia a nessuno, così privi di principi e mancanti di ideali. Non sanno cosa sono i sentimenti profondi e i legami duraturi, ma usano le persone come se fossero quegli oggetti che – grazie alle risorse economiche di cui dispongono con facilità – possono permettersi di comprare e buttare. Sfruttano Gatsby, le sue feste e la sua generosità, ma nello stesso tempo lo disprezzano, prontissimi ad abbandonarlo alla prima occasione e a rinnegare persino di essere stati i suoi ospiti di una sera. …dal libro al film… Delle tre versioni cinematografiche realizzate rispettivamente nel 1926, nel 1949 e nel 1974, tratterò dell’ultima, girata da Jack Clayton e sceneggiata da Francis Ford Coppola.
Robert Redford-Jay Gatsby in una scena del film
Esteticamente impeccabile e perfettamente ricostruito, il film mette in scena in maniera ricca e raffinata il mondo leggero, spensierato e un po’ dissoluto che si nasconde sotto patina la perbenista dei sofisticati anni Venti. Bei costumi, belle scenografie, ambientazioni curate fin nei dettagli fanno di molte scene delle splendide cartoline (per esempio, quella dell’infelice gangster che, al crepuscolo, guarda l’altra sponda della baia, dove si trova la villa di Daisy). Mancano purtroppo la vitalità e un po’ di drammaticità. Così tutto risulta ingessato, a partire dalla fissità di un giovane Robert Redford-Jay Gatsby dai capelli scolpiti, fino ad arrivare alla superficialità e alla vacuità di una lamentosa Mia Farrow-Daisy Buchanan. La figura di Gatsby non è né molto affascinante né tragica: se nel libro di F.S. Fitzgerald si arriva a parteggiare per il gangster, si prova pietà per le sue sofferenze amorose, nel film questo proprio non avviene. Bella prova quella di Sam Waterson nei panni del narratore amico di Gatsby Nick Carrawy. Con il suo fare pensoso e distaccato, è l’unico che riconosce il degrado morale dell’ambiente da cui proviene, è il solo che lo rifiuta e che scopre quanto, invece, valga il suo nuovo amico Gatsby. Dati film:
Titolo: Il grande GatsbyTitolo originale: The Great GatsbyRegista: Jack ClaytonSceneggiatura: Francis Ford Coppola (romanzo: Francis Scott Fitzgerald) Interpreti: · Robert Redford (Jay Gatsby)· Mia Farrow (Daisy Buchanan) · Sam Waterson (Nick Carraway)· Bruce Dern (Tom Buchanan) · Karen Black (Myrtle Wilson)Anno: 1974Paese: USAColore: coloreDurata: 144 minuti Genere: drammatico
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