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Il Grande Gatsby (2013)

Creato il 26 gennaio 2016 da Nehovistecose

(The Great Gatsby)il-grande-gatsby-teaser-character-poster-usa-2

Regia di Baz Luhrmann

con Leonardo DiCaprio (Jay Gatsby), Tobey Maguire (Nick Carraway), Carey Mulligan (Daisy Buchanan), Joel Edgerton (Tom Buchanan), Elizabeth Debicki (Jordan Baker), Isla Fisher (Myrtle Wilson), Jason Clarke (George Wilson), Amitabh Bachchan (Meyer Wolfsheim), Jack Thompson (dott. Walter Perkins), Richard Carter (Herzog).

PAESE: USA, Australia 2013
GENERE: Drammatico
DURATA: 142′

Long Island, 1922. L’umile agente di borsa Nick Carraway si ritrova vicino di casa del misterioso e ricchissimo Jay Gatsby, organizzatore di feste mondane che nessuno (o quasi) ha mai visto e del quale nessuno sa niente. Ma Gatsby ha scelto proprio Nick per svolgere un delicatissimo compito che affonda le radici nel passato di entrambi…

Quarta trasposizione cinematografica del capolavoro (1925) di Francis Scott Fitzgerald, dopo quelle del 1926 (muta e andata perduta), del 1949 e del 1974 (con Robert Redford). “Che gran circo”, dice con disprezzo l’antipatico Tom Buchanan riferendosi ai party mondani che si svolgono in casa Gatsby: questa sua frase è adatta anche per raccontare questo quinto film di Luhrmann, estenuante nel suo sfrenato barocchismo, soffocato – come quasi tutte le opere del regista australiano – da uno stile eccessivo e frastornante. Certo non si può rimproverare al regista di non essere coerente con sé stesso, ma farsi piacere questa sfrenata e compiaciuta fiera del kitsch non è cosa facile. Fa parte di quel genere di film in cui tutto, compresi gli abiti e il modo in cui la luce cade sul volto degli attori, è palesemente ritoccato digitalmente. La seconda parte, più “quieta” a livello stilistico, guadagna qualche punto rispetto all’avvio, ma i colpi di scena sono male orchestrati, e alla fine anche il pathos latita. Del romanzo rimangono l’affresco sociale e la statura tragica del personaggio, ma manca la riflessione sul tramonto del sogno americano, quella sull’impossibilità di afferrare il tempo e, soprattutto, quella sulla depravazione della natura umana che lascia i pochi puri alle prese con una tormentata solitudine. Alcuni personaggi importanti (Daisy, lo stesso Nick) sono privi di spessore. Bravi invece gli attori, capeggiati da un magistrale DiCaprio. La scelta di inserire musiche moderne – o comunque “modernizzate” – in scenari inizionovecenteschi, questa volta, non funziona. 3D di rara inutilità.

Voto



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