Quanto forti e insopprimibili possono essere certi amori. Tanto da far tabula rasa intorno. Potresti rifarti un'esistenza, ma è troppo più grande quell'unico inviolabile amore decorato con i fasti degli slanci immaginifici che tutto il resto è puro rumore. Gatsby è un uomo ricco, un uomo con tante persone intorno alle sue feste, ma anche un uomo amaramente solo. Quanta silenziosa angoscia ci prende a leggere la sua storia, il silenzioso nulla in mezzo a tanto rumore. E tra tanti occhi lucidi di fumi alcolici, due soli, due soli il solo e grande Gatsby ricercava. Era il suo modo di riempire quel vuoto scavato da quell'addio a cui non si è mai smesso di pensare. Fors'anche Gatsby è un uomo talmente tanto nobile nell'animo che non meriterebbe una donna simile, ma ciò che viene costruito intorno al cuore rende cieco l'occhio che scruta la realtà. Il sogno basta a coprire di un velo lussuoso la deformità della vita così com'è.
"Ci dovevano essere stati momenti, perfino in quel pomeriggio, in cui Daisy non era stata all'altezza di suoi sogni - non per colpa sua, ma per la colossale vitalità della sua illusione. Era andato oltre lei, oltre tutto. Si era gettato in quella storia con una passione creativa, accrescendola continuamente, ornandola con tutte le piume colorate trovate sulla sua strada. Non c'è fuoco o gelo che possa sfidare ciò che un uomo può immagazzinare nella sua anima"
Ci piace quasi ogni singolo istante narrativo di questo libro, la storia in sé e la sua forma, la linearità della narrazione e quel leggero divagare che sa prendersi i suoi momenti riempendo d'attimi d'incontrasta pienazza l'immaginario e ridefinire i contorni. Come le stelle, che d'ora in poi, si porteranno dietro quell'etichetta di "lusso costoso".
Matteo Di Stefano