Non mi sono dimenticata di George R.R. Martin e delle Cronache del ghiaccio e del fuoco, semplicemente a volte alcune cose devono aspettare perché ho altri impegni. Tipo occuparmi delle mie bimbe, o finire di leggere una saga iniziata oltre vent’anni fa. Archiviato (almeno a livello di prima lettura e di articoli del primo momento) a Memory of Light eccomi di nuovo in una terra dove le stagioni possono durare anni interi. E se quel che dura anni interi è l’inverno sono rogne per tutti.
Nell’ultimo capitolo avevamo lasciato il povero Ned tradito da quei figli di buona donna di Petyr Baelish e Janos Slynt, ovvio che in fasi così frenetiche il capitolo successivo racconti eventi che si svolgono subito dopo.
Ned è stato catturato, ma che ne è della sua famiglia? Con Arya arriva una risposta molto più bella di quella che si poteva temere, complice uno straordinario Syrio Forel che ci insegna che guardare non significa vedere. Carina la storia del gatto, bella la notizia che Syrio aveva accettato di continuare a fare lezioni ad Arya anche a Grande Inverno. Significa che si è davvero affezionato a lei, peccato che arrivi Meryn Trant. Il tempo per gli intrighi, almeno per il momento, è terminato, e la parola passa alle armi.
Arya guarda davvero, non prima che Syrio le abbia ricordato di farlo, e capisce che c’è qualcosa che non va. Conosco un bel po’ di altre persone che avrebbero bisogno di lezioni per vedere quando c’è qualcosa che non va. Syrio comunque è un grande nell’affrontare le guardie. C’è un solo dio, e il suo nome è morte. E cosa diciamo noi alla morte? Not today.
Si nota che ho visto Il trono di spade in lingua originale? Ricordo molto bene Maisie Williams che dice Not today, anche se non sono in grado di scrivere a memoria le altre frasi in inglese. Comunque in televisione Syrio avrebbe avuto la possibilità di prendere una vera spada e non lo fa, errore gravissimo che si traduce nella sua sconfitta. Qui non si ha l’impressione che avrebbe potuto cambiare arma, e infatti un errore del genere non sarebbe stato nel carattere del personaggio di Martin. Un’Arya in fuga vede la spada penetrare fino al nucleo, ma siamo davvero sicuri che sia un colpo mortale? Esistono ferite anche gravi che, se ben curate, possono guarire, anche se bisogna riconoscere che i Lannister non erano certo interessati a curare Syrio.
Arya fugge, e ripensa alle parole del suo maestro. Rapida come un cervo. Silenziosa come un’ombra. La paura uccide più della spada. E noi siamo formati dalle nostre letture molto più di quanto potremmo pensare se non ci riflettiamo sopra. Le lezioni di Syrio a me hanno fatto venire in mente quelle impartite da Lan a un certo pastore dei Fiumi Gemelli, anche se la matrice è molto più lontana, in quell’Oriente dove Robert Jordan ha vissuto per un certo periodo. Ecco che ora ritroviamo un capitolo letto qualche tempo fa, i bisbigli ascoltati e non capiti dalla giovane Stark ma anche i passaggi segreti all’interno della Fortezza Rossa. Prima di quella parte della fuga però facciamo ancora in tempo a dare l’addio a Hullen, leale al suo signore come tutti gli uomini del Nord, a recuperare Ago perché una buona spada può sempre tornare utile a far fuori un ragazzo di stalla. Tienili stretti il tuo coraggio e la tua determinazione, ragazza lupo, perché ti serviranno nei giorni a venire.