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Il grande inverno di George R.R. Martin. Capitolo 3: Tyrion

Creato il 07 novembre 2012 da Martinaframmartino

Il grande inverno di George R.R. Martin. Capitolo 3: Tyrion

Dopo il doveroso intermezzo dedicato a La danza dei draghi torno sul secondo volume italiano delle Cronache del ghiaccio e del fuoco di George R.R. Martin. Sto parlando del Grande inverno, precisazione ormai d’obbligo vista la quantità di edizioni diverse che Mondadori ha dedicato a questa saga. E qualcos’altro è in programma, anche se ancora non so esattamente cosa sia.

Intanto torniamo al nostro nano preferito, Tyrion Lannister. Che bello che con lui nessuno chiede il politicamente corretto. Possiamo dire nano finché vogliamo senza dover dire cose ridicole. Ve lo vedete Tyrion diversamente alto? In questo momento lui è in alto, ma la cosa non lo diverte molto. Quello che è bello è vedere come esce da una situazione che poteva sembrare senza speranza. Le celle del cielo sono affascinanti, almeno per chi si limita a leggerne. Tempo fa avevo visto su internet un bel filmato di HBO in cui spiegava come avevano realizzato gli effetti speciali della serie, e c’erano anche queste celle, ma dubito di riuscire a ritrovarlo. La mia mole di materiale su Martin è talmente grande che spesso so di avere qualcosa, ma è così ben nascosta che non so più dov’è.

Tyrion si trova a dover avere a che fare con Lysa Arryn e il suo figlioletto Robert , che a quanto pare non sono il massimo della simpatia, e riflette su un omicidio e su un tentato omicidio. Qui siamo nella sua testa, quindi abbiamo la certezza che lui è innocente di tutto. Le indagini o almeno gli interrogativi perciò proseguono su più fronti.

La confessione dei peccati è semplicemente grandiosa, sulla pagina stampata come sullo schermo. Cambia la Porta della luna, su una parete nel primo caso e sul pavimento del secondo. Certo, cambiano le modalità del duello e il regista ha giustamente organizzato tutto in funzione dell’effetto che voleva ottenere. Notare i bravi, eroici cavalieri sempre pronti ad accorrere in difesa dei deboli e a combattere contro i malvagi, nello specifico ad affrontare in singolar tenzone un tizio alto la metà di loro che ovviamente non avrebbe alcuna possibilità di difendersi. Per fortuna c’è Bronn.



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