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Trama: Jeffrey Lebowski, detto il Drugo, viene aggredito da due delinquentelli a causa di uno scambio di persona. Deciso ad essere risarcito (i due hanno gli hanno pisciato sul tappeto che “dava un tono all’ambiente”), il Drugo va a cercare il suo omonimo Grande Lebowski, infilandosi così in un’intricata vicenda di denaro e rapimenti…
La prima volta che vidi Il grande Lebowski ci rimasi così male che per poco non buttai via la videocassetta. Folgorata da quello che per me, a tutt'oggi, è il capolavoro dei fratelli Coen, ovvero Fargo, immaginatevi come posso essermi sentita davanti a questa verbosissima commedia grottesca fatta di equivoci e deliri con una trama esilissima dove fondamentalmente è il caos a farla da padrone e dove, alla fin fine, succede davvero poco. Probabilmente il mio pensiero all'epoca sarà stato "Ma come? Nessun morto ammazzato? E quindi? Il sangue dov'è, dov'è la giusta vendetta di un incazzatissimo Walter o Drugo? Perché c'è quella patata lessa della Moore?". Per fortuna questi dubbi amletici non sono risorti dopo più di 10 anni di ostinata inimicizia, perché Il grande Lebowski non è riuscito a scalzare Fargo dalla classifica ma è davvero un film divertentissimo, zeppo di dialoghi esilaranti, interpretato da grandissimi attori... e capisco anche come il buon Drugo (The Dude in originale) possa aver dato vita ad un culto del dudeismo che conta parecchi seguaci perché se tutti prendessimo la vita come lui probabilmente il mondo sarebbe un posto migliore. Drugo Lebowski è la perfetta sintesi del "se per caso cadesse il mondo io mi sposto un po' più in là", l'incarnazione biblica della Terra che, mentre una generazione passa e l'altra giunge (cosa che, effettivamente, accade nel film), sta lì immota ad aspettare in eterno, senza apparentemente venire toccata dalle vicende umane: dategli un White Russian e una canna e il Drugo solleverà il mondo o, meglio, aspetterà che voi lo solleviate con lui seduto sopra. Principe dei loser Coeniani, lui nel suo essere outsider ci sguazza e, se ci pensate bene, effettivamente tutte le disavventure che gli capitano nel film derivano dal fatto che gli altri lo spingano ad uscire dal comodo guscio che si è creato e ad essere un "avido" criminale e ricattatore.
Il Drugo è una spugna e non solo perché beve come un carcamanno. Si lascia trascinare dalla follia guerrafondaia dell'amico Walter, dai problemi del Grande Lebowski e dal fascino dell'indipendente Maude e da ognuno di loro, anzi, da ogni cosa che lo circonda afferra frasi, concetti, modi di dire che troverà modo di ripetere ad eventuali nuovi interlocutori o si affastelleranno nelle deliranti sequenze oniriche girate da degli ispiratissimi Coen. La struttura stessa de Il grande Lebowski è un delirio, imprevedibile quanto il suo fattissimo protagonista: raccontato in prima persona come un noir dalla quintessenza dell'americanità (un cowboy, nientemeno), inserisce di tanto in tanto personaggi iconici che hanno davvero pochissima funzionalità all'interno della trama e interrompe la narrazione con i sogni del Drugo che, in definitiva, riassumono la situazione fino a quel momento filtrandola attraverso l'occhio del subconscio che ingigantisce dettagli apparentemente insignificanti tratti da varie scene e avvenimenti. Lo spettatore non può fare altro che perdersi in questo delirio e ridere della goffaggine del Drugo e compari, simpatizzando con loro fin dal primissimo istante nonostante Walter sarebbe da prendere a schiaffi ogni due per tre (ma d'altronde, chi non ha un amico fanatico ed impulsivo?).
Jeff Bridges si annulla completamente in una delle interpretazioni più memorabili della sua carriera, arrivando ad interpretare una vera forza (immota) della natura, una persona che "conforta" sapere che c'è; personalmente, nonostante le mise inguardabili e la sbronza costante, l'ho trovato anche bellissimo come uomo ma qui si parla di devianza, lasciate stare. John Goodman è la forza opposta: se il Drugo è l'occhio del ciclone, Walter è lo tsunami che passa e lascia distruzione ovunque, assolutamente certo delle sue idee e dei suoi mezzi fino a prova contraria. L'attore offre una prova grandiosa e a farne le spese, come giusto contrappasso dopo la logorrea di Fargo, è il povero Steve Buscemi che viene costantemente e malamente zittito dal ciccione guerrafondaio ma, in qualche modo, riesce comunque a risultare indispensabile nel suo fragile, piccolo silenzio. Indimenticabili anche Philip Seymour Hoffman, Peter Stormare, Julianne Moore, John Turturro (favoloso!!!!) e David Huddleston, ognuno a modo loro, ognuno parte integrante di questo folle noir dei poveri orchestrato dai fratelli Coen. E, a proposito di orchestra, meravigliosa anche la colonna sonora, nella quale spicca un'Hotel California versione Gipsy Kings che mi fa stramazzare a terra dalle risate ancora adesso. Sono passati dieci anni, come dicevo... e finalmente con Il grande Lebowski ho fatto pace, al punto da arrivare a considerarlo un gioiello, sebbene non un cult assoluto. Meglio tardi che mai, no?
Dei registi e sceneggiatori Joel ed Ethan Coen ho già parlato qui. Jeff Bridges (Jeffrey "Drugo" Lebowski), John Goodman (Walter Sobchak), Julianne Moore (Maude Lebowski), Steve Buscemi (Theodore Donald 'Donny' Kerabatsos), Philip Seymour Hoffman (Donnie), Tara Reid (Bunny Lebowski), Peter Stormare (Karl Hungus), David Thewlis (Knox Harrington) li trovate invece ai rispettivi link.
David Huddleston interpreta il Grande Lebowski. Americano, ha partecipato a film come Mezzogiorno e mezzo di fuoco, I due superpiedi quasi piatti, Nati con la camicia, Qualcosa di cui... sparlare, The Producers e a serie come Vita da strega, Kung Fu, Charlie's Angels, Magnum P.I., La signora in giallo, Colombo, Lucky Luke, Walker Texas Ranger e Una mamma per amica. Anche regista e produttore, ha 84 anni.
Mark Pellegrino (vero nome Mark Ross Pellegrino) interpreta lo scagnozzo biondo di Treehorn. Americano, ha partecipato a film come Arma letale 3, Il mondo perduto - Jurassic Park, Mulholland Drive, The Hunted - La preda, Il mistero dei templari, Truman Capote, Number 23 e a serie come Hunter, Racconti di mezzanotte, Renegade, E.R. - Medici in prima linea, Nash Bridges, X- Files, N.Y.P.D., Grey's Anatomy, Dexter, Prison Break, Numb3rs, Criminal Minds, Fear Itself, Ghost Whisperer, CSI - Scena del crimine, Lost, il pilot di Locke & Key (sarebbe stato Rendell ç_ç), CSI: Miami e Supernatural. Ha 49 anni.
John Turturro interpreta Jesus Quintana. Americano, lo ricordo per film come Toro scatenato, Cercasi Susan disperatamente, Hannah e le sue sorelle, Il colore dei soldi, Fa' la cosa giusta, La tregua, Fratello, dove sei?, Terapia d'urto, Secret Window e Zohan - Tutte le donne vengono al pettine, inoltre ha partecipato a serie come Miami Vice e Monk. Anche regista, sceneggiatore e produttore, ha 57 anni e cinque film in uscita.
Sam Elliott (vero nome Samuel Pack Elliott) interpreta lo Straniero. Americano, ha partecipato a film come Un poliziotto in blue jeans, Scappatella con il morto, Hulk, Ghost Rider e a serie come Missione impossibile, inoltre ha doppiato un episodio di Robot Chicken. Anche produttore e sceneggiatore, ha 70 anni e due film in uscita.
Tra gli altri interpreti segnalo la presenza di Flea, bassista dei Red Hot Chili Peppers, che compare nei panni di uno dei compari di Karl Hungus, mentre l'ex compagno di Madonna Carlos Leon interpreta uno degli scagnozzi di Maude; altre guest star eccellenti sono Charlie Kaufman, che siede tra il pubblico durante lo spettacolo teatrale e la musicista Aimee Mann, l'unica donna nel gruppo di tedeschi. Tra quelli che "non ce l'hanno fatta" figura invece Charlize Theron, brevemente considerata per il ruolo di Bunny. Per finire, se Il grande Lebowski vi fosse piaciuto, recuperate Fargo e gli altri film dei Coen. ENJOY!
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