Il saggio prende le mosse dall'esistenza di un immenso patrimonio diffuso di saperi, competenze e conoscenze che per secoli – e fino a pochi decenni fa - è stato trasmesso oralmente, di generazione in generazione, nella comunità iblea. Un patrimonio, questo, che con l'avvento della globalizzazione e dell'era digitale rischia di volatilizzarsi e perdersi irreparabilmente. Prima che gli ultimi testimoni del tempo scompaiano, l'autrice ha raccolto dalla loro
viva voce racconti di vita, aneddoti del passato e microstorie, ricreando attraverso quindici percorsi tematici – l'amore, la guerra, la morte, il lutto, il cibo, il lavoro, le tradizioni, la religiosità, ecc. - la memoria collettiva e l'identità "sommersa" di un popolo e del suo territorio. Emerge così dal silenzio dell'altopiano la narrazione di ritualità non più praticate, di mestieri dimenticati e la descrizione di tecniche di lavoro ormai abbandonate. "Così, Il grande silenzio dell'altopiano – scrivono le autrici nella premessa – diventa sguardo, gesto, memoria grazie ai nostri, forse ultimi depositari delle conoscenze del passato. Dove c'è il silenzio c'è l'incanto della scoperta. Basta sostare o percorrere i sentieri dell'altopiano per udirne il suono e carpirne i significati".
Completano l'opera un ricco apparato fotografico e un Cd che raccoglie circa 140 interviste, ricerche e testimonianze a cura di Biagia Gurrieri.
Marcella Burderi, laureata in Lingue e Letterature straniere, giornalista de "La Sicilia", ha pubblicato il saggio "Maria nella voce delle donne" (2011).
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