Ricordo vagamente l'ultima finale di Coppa Italia disputata dal Palermo; ero un bambino con i calzoni corti, a cui i genitori avevano l'anno precedente acquistato il completino della nazionale italiana, impegnata nell'estate del 1978 a disputare il Campionato Mondiale di calcio che si giocava in Argentina; luogo in cui, mentre negli stadi si acclamavano i calciatori per un gol che potesse regalare un sogno "mondiale", per le vie della sua capitale sfilavano piangenti le mamme dei desaparecidos.
Ricordo che era estate (il 20 Giugno 1979) e non esisteva la diretta TV di quell'evento sportivo, tanto che io e mio padre, appassionato come me di calcio, e come me tifoso rosanero, ci sedemmo comodamente nel salotto di casa ed accendemmo la radio per ascoltare l'evento sportivo della giornata, che andava in onda su un canale radiofonico della RAI.
Prima che iniziasse la partita ricordo che mio padre mi raccontò che la nostra amata squadra del cuore aveva già giocato una finale di Coppa Italia, nel 1974, perdendola amaramente contro il Bologna; che era stato un anno speciale per i nostri beniamini nel corso del quale, inaspettatamente, ma con tanto merito, pur essendo una squadra della categoria cadetta, raggiunsero la finale che si giocò a Roma il 23 Maggio 1974.
Mi raccontò pure, sottolineando l'evento enfaticamente, che in quella finale al Palermo fu rubata la vittoria. I rosanero, infatti, vincevano per una rete a zero, goal di Sergio Magistrelli, ma uscirono sconfitti dal campo di gioco, dopo la lotteria dei calci di rigore, in quanto l'arbitro Gonella, si inventò letteralmente un calcio di rigore a favore del Bologna al 90' del s.t., poi realizzato da Savoldi, che consentì ai felsinei di pareggiare la partita e poi di andare ai calci di rigore. Il punteggio finale, mi disse mio padre, alla fine fu 5 a 4 per il Bologna dopo i calci di rigore.Ignazio Arcoleo, in quella partita, era stato il trascinatore dei rosanero. Ma fu, suo malgrado, anche il protagonista in negativo dell'episodio decisivo. Arcoleo di quella amara sconfitta ricorda che:"Il pallone andò in fallo laterale e fu Beppe Savoldi a spedirlo fuori. La rimessa era nostra ma il guardalinee la assegnò inspiegabilmente al Bologna. La palla arrivò a Bulgarelli che era spalle alla porta e non poteva proprio fare nulla: arrivai da dietro, allargai le braccia ma Bulgarelli si tuffò come se fosse stato travolto da un tir. Quello che successe nei secondi successivi io l'ho rivisto soltanto in tv, perché sul campo non capii nulla. I miei compagni andarono a protestare, io restai a terra, immobile, in trance. Mi vedevo già con la coppa in mezzo al campo e invece mi era appena crollato il mondo addosso. Fu una grande ingiustizia perché quella partita l'avevamo dominata. Anche nei supplementari, malgrado la mazzata del pareggio all'ultimo secondo, giocammo a una porta nella metà campo del Bologna. Sono passati più di trent'anni ma rimane la delusione più grande della mia vita".
La Coppa Italia 1978-1979 è stata la trentunesima edizione del secondo torneo calcistico italiano. Dopo 7 edizioni con lo stesso format, vennero reintrodotti quarti di finale e semifinali in sfide di andata e ritorno al posto del secondo girone eliminatorio. Il torneo fu vinto dalla Juventus, che si aggiudicò il suo sesto trofeo nazionale battendo il Palermo ai tempi supplementari. La finale di Coppa Italia tra Palermo e Juventus, giocata il 20 giugno 1979 al San Paolo di Napoli, fu una sfortunata replica della finale di cinque anni prima: il Palermo , in quella stagione in serie B, passa alla prima azione con Vito Chimenti. Quasi allo scadere i rosanero sono raggiunti da un gol di Brio. Si va ai supplementari e al 117° arriva il decisivo gol di Causio per la nuova beffa. Ecco le immagini di quella partita reperite su Youtube.com:
Auspico alla nostra amata squadra del cuore che possa sfatare il detto "non c'è due senza tre" e che simili ingiustizie non si ripetano nuovamente ai nostri danni, nel rispetto di quei trenta cinquemila tifosi al seguito della nostra squadra che raggiungeranno la capitale nelle prossime ore con ogni mezzo, e nel rispetto dei veri valori dello "sport" che nasce come attività che possa consentire agli umani di aggregarsi fra loro e non come pretesto di divisioni e contrasti futuri per torti subiti che rimangono a lungo, ed in modo indelebile, nelle coscienze di quanti credono in uno sport "giusto", "sano", e scevro da tali nefandezze.
Forza Palermo!!
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