Il Grande Strappo

L’universo è nato tredici miliardi di anni fa, e da allora continua a espandersi come conseguenza della spinta ricevuta al momento del Big Bang. Dicono che questa espansione a un certo punto provocherà una lacerazione che gli scienziati chiamano Big Rip, poiché tira e tira anche il tessuto dello spazio-tempo si strappa. Tuttavia questo pare che non avverrà prima di due virgola otto miliardi di anni (un tempo bellissimo). Adesso immagino la cronaca di questa cosa che accadrà fra due virgola otto miliardi di anni, la cronaca che giungerà agli ultraposteri da un cronista che passerà all’ultrastoria come ci è passato Plinio il Giovane quando scrisse la lettera a Tacito raccontandogli dell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., una lettera che potrebbe suonare all’incirca così:

«Sembrava domenica. I negozi erano chiusi e le strade deserte. Si elevava una nube, ma più che una nube assomigliava a un turbamento, a un offuscamento della ragione, ma chi guardava da lontano non riusciva a precisare da dove arrivasse né dove finisse. Dal balcone di casa mia si poteva vedere un frammento di mare, come un coccio azzurro di un’antichissima ceramica cinese, e l’angolo strappato del cielo, uno squarcio di cui nessuna geometria potrebbe riprodurre la forma. Il firmamento coi raggi del sole e la stratosfera sfuggiva alla vista, e tutto lassù era immobile nel silenzio minato di quella voragine incolore. L’universo infine si era lacerato, e io corsi nel mio misero letto a borbottare a me stesso – per un improvviso decentramento della coscienza – dolci parole d’addio».