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il grillo perdente #elezioni #m5stelle #grillo

Creato il 29 maggio 2013 da Albertomax @albertomassazza

grilloChe Grillo fosse più a suo agio nei panni dell’imbonitore di piazza che in quelli del leader politico, lo si sapeva. Finché si è trattato di fiutare l’aria e trovare il modo per raccogliere consenso, l’energumeno virtuale non ha sbagliato nulla, come ha dimostrato il risultato raggiunto alle politiche di fine febbraio. Ma nel momento in cui dai comizi si è passati al confronto politico, non ne ha più imbroccata una. Grillo e i suoi discepoli hanno continuato a comportarsi come se fossero ancora in campagna elettorale, perdendosi in questioni di lana caprina, con l’unico intento di riaffermare costantemente la loro supposta superiorità morale. Ma quei milioni di elettori non militanti che hanno deciso di votare i pentastellati a febbraio, lo hanno fatto affinchè in Parlamento ci andassero cittadini capaci di esercitare un’influenza sull’attività parlamentare e governativa, non dei narcisetti supponenti che non hanno fatto altro che specchiarsi nelle acque cristalline della loro verginità politica.

L’analisi del risultato negativo delle recenti elezioni amministrative è stato francamente imbarazzante. Grillo non ha neanche capito chi gli ha voltato la faccia. Non ha trovato niente di meglio che prendersela con gli elettori del Pd e del Pdl, i quali, detto per inciso, non credo proprio che abbiano votato il Movimento alle scorse politiche. Grillo avrebbe dovuto prendersela con quegli elettori che, in mancanza di alternative valide (a loro giudizio) a febbraio gli hanno dato fiducia. Più che prendersela con loro, Grillo dovrebbe chiedersi perché quei milioni di elettori non l’hanno ritenuto più un’alternativa valida, a distanza di appena tre mesi.

Ma ciò che fa rabbrividire è l’assioma, carico di razzismo sociale, per cui chi non vota per i pentastellati è un privilegiato. Nel girone dei parassiti ci mette, senza possibilità di eccezione, i politici e la loro cerchia, i dipendenti pubblici e i pensionati; tra i virtuosi elettori del Movimento, gli studenti, i lavoratori autonomi e i disoccupati. Le cose sono due: o Grillo si è dimenticato che la sua fortuna politica è dovuta proprio alla capacità di raccogliere consensi trasversali, o ha deciso di organizzarsi come partito di categoria.



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