Il grinta

 C'era una volta una ragazzina che perde il papà, ucciso da un poco di buono. La bambina si arma di forza e di coraggio...e poi di un'arma vera. La vendetta non accetta se e ma. Si studia a tavolino e deve essere preparata con determinazione e coraggio.Vedendo il nuovo film dei Fratelli MITICI Coen, ho riassaporato il piacere del racconto, cosa che a volte si perde un po' nel cinema contemporaneo, forse troppo spesso distratto nel tentativo di evocare atmosfere, suggestioni, stati d'animo. I Fratelli Coen decidono con "Il Grinta" di raccontare una storia, da cui ognuno può ricavarci quello che vuole, crede, sente, quello di cui ha bisogno. Credo sia una grande lezione del cinema fatto dai grandi del passato, americani e non solo. Non a caso il film dei Coen è un "remake" di una pellicola degli anni Sessanta firmata Henry Hathaway ed interpretata da John Wayne. Il ricordo di quel film è ancora molto vivo per chi ha avuto la fortuna di vederlo al cinema. La sottoscritta non ne ha avuto la possibilità (proveremo a rimediare presto), ma si è goduta l'ottimo film dei Coen che abbracciano il genere, quello del western, in modo rispettoso, ma condendolo con il loro marchio di fabbrica. Quindi aspettatevi sceneggiatura elaborata, battute taglienti e da ricordare, regia da applauso e interpreti ben diretti. Jeff Bridges fa da subito simpatia. Matt Damon appare credibile nel ruolo del goffo "Texas Ranger". Ma la vera scoperta, perchè di vera e propria scoperta si tratta, è la protagonista del film, l'appena quattordicenne Hailee Steinfeld, al suo debutto cinematografico e con in tasca, sciuè sciuè, una candidatura all'Oscar come migliore attrice non protagonista. Su di lei ha avuto la meglio Melissa Leo per "The fighter", ma la sola nomination è un discreto sprone per convincersi di andare avanti. L'aspettiamo alla prossima prova.