Il Gruppo RINA – società di classificazione e certificazione italiana – è stato riconosciuto, nell’ambito del Progetto “Clean Shipping Index” tra gli organismi in grado di operare verifiche sulle navi e le compagnie armatoriali secondo le linee guida che tale meccanismo prevede.
Il “Clean Shipping Index”, che è un progetto sostenuto dall’Unione Europea, da alcuni organismi istituzionali e dai più importanti operatori dello shipping scandinavi, tiene conto di diversi fattori tra cui gli effetti ambientali connessi al trasporto marittimo, come le emissioni in aria e in acqua, l’uso di prodotti chimici, le vernici antivegetative lubrificanti, le acque di sentina, le acque di zavorra, i refrigeranti e i rifiuti.
In linea con questo standard vi è la notazione RINA “Green Plus” che ha come obiettivo certificare l’indice ambientale delle navi, premiando gli armatori che scelgono di investire nella sostenibilità ambientale.
Pino Spadafora, Area Manager del Gruppo RINA per il Baltico, il Benelux e la Scandinavia, ha affermato: “Questo riconoscimento da parte dell’organizzazione del “Clean Shipping Index” è davvero importante per noi per due motivi. Da un lato, riconosce l’impegno e la competenza del RINA in materia di valutazione ambientale e dall’altro fornisce una testimonianza di come il nostro Gruppo sia oggi “di casa” in quei paesi”.
Negli ultimi mesi il RINA è stato riconosciuto dalla Direzione Marittima Norvegese ente titolato a effettuare servizi di certificazione per suo conto sulle navi norvegesi. Un riconoscimento analogo è arrivato anche dalle Amministrazioni delle Isole Faroe (Danimarca) e della Polonia.
“Lavorando con gli armatori scandinavi ci siamo resi conto che apprezzano molto il nostro impegno per la sostenibilità ambientale e la specificità dei nostri servizi.” – ha proseguito Spadafora – “Per esempio, Dannebrog Rederi, noto armatore danese, ha recentemente trasferito due navi chimichiere mettendole in classe RINA, dopo aver sperimentato il nostro metodo di lavoro durante la classificazione di alcune bulk carrier. La nostra lunga esperienza relativa alle diverse tipologie di navi e la nostra vocazione al rispetto ambientale ci rendono i partner ideali per le aziende scandinave, attente oggi più che mai a questo aspetto”.
Il Registro Italiano Navale
Elemento determinante ai fini dello sviluppo di un Registro Italiano, è la creazione nel 1860 del Regno d’Italia, che, riunendo sotto un’unica bandiera le flotte regionali, consente alla flotta italiana (che allora contava 16500 navi, metà della flotta inglese) di avere voce in capitolo, per consistenza e volume di traffici, nel mondo marittimo internazionale (l’Italia ha all’epoca circa 20 milioni di abitanti).
Già da 40 anni, a Genova, il tipografo Pellas aveva fondato un giornale che si avvicinava in qualche misura al bollettino del signor Lloyd, riportando quotidianamente gli arrivi e le partenze delle navi, i mercuriali, i noli, i resoconti delle navigazioni.
Il foglio di Pellas si chiamava “Corriere Mercantile” e fu il primo ad annunziare entusiasticamente nel 1861 la notizia del neonato Registro Navale, fondato proprio a Genova.
Sempre a Genova aveva sede la Mutua Assicurazione Marittima Italiana, anch’essa di recente costituzione, che, per le stesse ragioni dei colleghi inglesi, guardava con molto interesse la nascita di un Registro di Classificazione “nostrano” al punto da sponsorizzarne la costituzione e farvi confluire tutte le navi da essa assicurate.
Nel 1861 il Libro Registro classificava 340 velieri. Solo cinque anni dopo il naviglio classificato era quintuplicato raggiungendo le 1500 unità.
Le porte dell’Oriente si aprono per il RINA nel 1885 con la nascita della prima agenzia ad Hong Kong.
Tutore da sempre della sicurezza della navigazione promuove con convinzione la collaborazione fra gli istituti di classificazione, per un’uniforme applicazione delle norme, e il 3 maggio 1939 si tiene a Roma il primo Congresso delle società di Classificazione.