Magazine Diario personale
No, non vi preoccupate, non mi ha dato di volta il cervello e non mi sono iscritta ad uno di quei programmi demenziali in cui ti insegnano a mettere a posto l'armadio.Per di più è noto che non amo particolarmente fare shopping, tendo a comprare più per necessità che per piacere (anche se mi piacciono le cose belle) ed in casa Ciccio ed io abbiamo un armadio a testa, entrambi mezzi vuoti e - non serve ve lo dica - ordinatissimi.
Domenica era una giornata uggiosa passata dal giovane e dalla sottoscritta interamente a casa a coccolarci con prelibatezze non consentite (un flan di zucca sulle mini-cocotte che ve lo raccomando, con la besciamella light, ma come resistere?). A fare i compiti, giocare a Ruzzle e QuizCross (Ciccio è davvero mio figlio, è addicted pure lui) riguardare per la seicentesima volta X-Factor (altra passione recente del giovane, più polemico dei giudici della gara) e già che mi avanzava tempo a sfoltire l'armadio.
Eh già, almeno un terzo dell'armadio semivuoto era composto di roba che trascinavo di anno in anno, sapendo già che non l'avrei mai messa, ma che restava lì per ragioni semi-sentimentali, tipo:- minigonne comprate per far contento qualcuno, io che le minigonne non me le mettevo neanche a 16 anni quando tutto (o quasi) è permesso;- i vecchi jeans Indian Rose a memento di quando ci stavo ancora dentro ed ora che ci entro di nuovo, mi sembrano così fuori posto;- abitini leggeri ed estivi comprati ad HK ai bei vecchi tempi e se si considera che all'epoca avevo poco più di 30 anni e mi potevo permettere i tacchi, beh era ora di pensionarli; anche perché si parla di assai anni fa, quando tornai da HK con il clandestino a bordo e quindi fanno quasi 13;- un impermeabile orribile comprato perché dove lavoravo anni fa era obbligatorio indossare capi aziendali, ma te li dovevi comprare; se Derrick e Colombo non fossero defunti l'avrei passato a loro, visto che sono uscita dal tunnel;- un maglione di cachemire blu provato dagli anni e da qualche giro fuori programma in lavatrice con la roba da rugby di PdC.
E' stato liberatorio riempire qualche sacchetto e cacciare tutto nel bagagliaio della macchina in attesa di una congiunzione astrale che favorisca l'apertura di un Card mentre non sono al lavoro.
E' stato liberatorio soprattutto salutare alcune vecchie me, che ho lasciato serenamente andare per andare incontro ad un futuro felice e senza zavorre.
(la vista della foto è quella che si gode dal talamo della Casa sulla Collina, camera da letto rigorosamente senza porta - ciò la dice lunga sulle mie intenzioni di solo due anni fa verso il futuro - e da sul salottino che mi sono allestita sotto al velux, dove mi siedo a meditare, leggere, pensare ed ogni tanto solo ad appoggiare la roba da stirare..)
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