Confesso che fino a qualche giorno fa non conoscevo questo modo davvero affascinante di fare pubblicità.
Questo è stato l’interessantissimo argomento della scorsa lezione del Corso di management dello spettacolo tenuto dal professor Alessandro Bollo (vi invito a visitare il suo sito).
Di cosa si tratta effettivamente?
Il Guerrila marketing è una forma di pubblicità che esce dagli schemi tradizionali, per penetrare in modo diretto ed ottenere il massimo della visibilità con il minimo degli investimenti.
Essa è fatta per colpire il singolo, generando spiazzamento nello spettatore, causando poi un effetto di passaparola che a sua volta causa una diffusione in maniera “virale” del messaggio nella popolazione.
Il guerrilla marketing si fa con armi non convenzionali, spesso con bassi costi, senza farsi riconoscere (almeno inizialmente) e con attacchi mordi e fuggi. L’obiettivo: il potenziale cliente.
Sfrutta il bisogno di novità dei mezzi comunicazione e la permeabilità dei suoi meccanismi per promuovere idee, marchi o prodotti.
Come e perchè puntare su questa forma di pubblicità?
La prima naturale domanda da porsi è se il prodotto o servizio che si vuole lanciare si presta a una campagna di Guerrilla marketing. Difficilmente una campagna istituzionale può essere veicolata con tecniche mordi e fuggi, anche se non è del tutto da escludere.
L’ Idea deve essere originale, capace di suo di attirare la curiosità. L’impostazione iniziale che deve avere è quella di una piccola rivoluzione nel proprio settore. L’obiettivo finale è far parlare di sè, quindi più si è originali più si riuscirà nel proprio intento. E per questo non servono budget smisurati, ma al contrario sono utili pochi investimenti.
L’effetto virale- Se l’idea è originale e il teaser efficace, ciò che si ottiene è un effetto virale. Il caso passa di bocca in bocca e si propaga di utente in utente.
La raccolta del successo.- Una volta ottenuto il proprio scopo di diffusione virale, si può giocare a carte scoperte. Se la campagna ha avuto successo, il tutto si svolge in pochi giorni o settimane, anche perché un teaser non può reggere più a lungo. A questo punto, il teaser (To tease significa “stuzzicare) va svelato, con un’opportuna fase 2 della propria campagna, in cui si spiega il significato del primo lancio.
Se infine il successo è stato ampio, questo può generare una seconda campagna di comunicazione, di tipo tradizionale.
Vi invito a prendere visione del video sottostante .
Video importato