17 febbraio 2015 Lascia un commento

Col caldo che si fa? Si girano film porno. Punto, fine del soggetto.
L’anguria non e’ un frutto allo stesso modo in cui un cobra non e’ un serpente ma se la Rettore divertiva il sub proletariato, non si capisce perche’ gli esperti degli orsi berlinesi non la chiamano fregna e la piantano con le cazzate.
Ho fatto passare anni da quell’orrore che fu "Il fiume", poi non serbo rancore e ritorno sui miei passi. Se mi va.
Film senza soggetto, una inutile accozzaglia di situazioni pruriginose, col porno divo poi figurarsi, canzoncine messe qua e la’ perche’ tanto qualcuno trovera’ un senso significatisssssimo al nulla piu’ completo.
Piedi, uccelli e vulve, il mezzuccio di chi non ha idea cosa sia una storia perche’ la storia non c’e’. Nessuna trama, nessun dialogo, del resto cosa far dire a personaggi sbattuti li’ senza criterio e scopo. Il massimo sforzo dell’ensemble e’ rivolto a balletti tra i piu’ brutti mai visti, di una tristezza infinita proprio quando cercano di essere simpatici, umilianti per chi li interpreta e per chi li guarda con la banalita’ che rattrista e sconforta. Come? La metafora? Con uno vestito da testa di cazzo c’e’ chi cerca le metafore? Ma per cortesia…
Questo non e’ un film, esattamente come righe di spartiti diversi non sono una canzone e pagine sparse non fanno un libro. Del resto ringrazio il cielo di non essere un critico altrimenti dovrei tessere le lodi di una boiata infame come questa.