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Dopo che tutti i bookmaker mondiali hanno stilato fior fior di statistiche e stabilito le vincite adeguate, ora mi ritrovo solo contro il mondo, e più precisamente contro la Spagna, a tener alto il morale nazionale e soprattutto la mia media universitaria che al momento si aggira intorno ai 27.9, o qualcosa di simile.
Son sicuro che mi immaginiate sommerso dai libri, dai dizionari, dagli ascolti dell'iberico idioma, e invece vi sbagliate: qual'ora non l'aveste ancora imparato, io sono un cazzone, un fancazzista e meschino cialtrone, quindi in questi giorni son dedito a ozio e riposo, oppure mi arrovello per trovar una formazione vincente in grado di far trionfare il Cagliari in Europa League, o ancora mi gingillo con il mio nuovo super cellulare tecnologico. Per non parlare delle scorribande notturne nei locali malfamati della Cagliari bene.
Era da tanto che non passavo lì, sì e no quasi un anno, e l'ultima volta era finita abbastanza male (sdraiato sul marciapiede). Questa volta invece, causa uno stile di vita sicuramente più controllato, e una mancanza di allenamento alcolico, son stato buono e bravo a bere dell'ottima birra - una a caso - e riempire le mie tempi di nubi empie. Finché non è arrivato il misfatto.
Amico del proprietario del locale mi son visto obbligato ad accettare la sfida del Jack Ace. Cosa è il Jack Ace? Base di Apfel con sopra limoncello, il tutto condito da un bel sorsone di Latte di Suocera infiammato. Beh ciò che è successo poi è stato un bel barcollamento e un po' di confusione, mentre intestino e esofago sembravano disinfettati in eterno. E in queste condizioni che allegramente tornai alla macchina, accompagnato da una balda compagnia, passando per piazza del Carmine.
Ma il destino è infido e bastardo, quasi meschino. Così, giunti nella marmorea e bianca piazza, ecco che ci si imbatte in un gruppo di sei ragazze spagnole che chiedevano dove potevano trovare un taxi. Pronto a prendere in mano la situazione, visti i miei recenti studi, mi misi in cima al gruppo di noi poveri quattro Sardi imbecilli e, a mo' di supereroe, dissi «...».
Dalla mia bocca non uscì nulla, rimasi in silenzio a pensare cosa dire. Erano anche indicazioni semplici "dritto, sinistra, dritto, destra".
A questo punto triste e sconsolato mi misi da parte, pensando che se continuo così probabilmente giovedì prossimo non sarà una disfatta, sarà una vera e propria devastazione. Nel frattempo le povere spagnole erano in balia di Isolis che, con un inglese che neanche Rutelli, le indirizzava verso un triste e oscuro destino in piazza Matteoti.
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