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Il Kazakistan tra sonno e risveglio

Creato il 30 marzo 2015 da Pietro Acquistapace
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L’incubo – Eugène Thivier (1894)

Kalachi è un villaggio di circa 600 anime situato nel nord del Kazakistan, nella regione di Akmola, a poco più di 200km dal confine con la Russia. Sarebbe rimasto un luogo oscuro senza raggiungere gli onori delle cronache se non fosse che, da circa due anni, vive quello che per i suoi abitanti sta diventando un vero incubo: la paura di cadere addormentati da un momento all’altro, senza nessun motivo apparente. Dal marzo 2013 questo villaggio kazako è conosciuto per questo stranissimo fenomeno, al momento inspiegabile, che ha ormai colpito quasi un quarto della sua popolazione. Le ipotesi sono molte, dalle miniere di uranio all’isteria collettiva, ma finora nulla di certo è emerso in merito.

Gli abitanti di Kalachi, sempre più intenzionati a lasciare il villaggio, rischiano di addormentarsi senza nessun preavviso, per periodi che vanno da poche ore fino ad una settimana. Al risveglio le vittime del sonno misterioso spesso dicono di avere avuto allucinazioni, sentendosi intontite anche nei giorni successivi. Numerosi studiosi sia russi che kazaki stanno studiando questa particolarissima epidemia, senza tuttavia trovare una possibile causa. Kalachi si trova nei pressi di alcune miniere di uranio abbandonate e le rilevazioni hanno riscontrato nella zona una notevole presenza di radon, un gas che il vento porterebbe dalla città mineraria fantasma di Krasnogorsky, distante circa 60km.

Altra ipotesi, sempre collegata alla circolazione dei venti è quella che ritiene Kalachi al centro di una zona dalla particolare conformazione, dove le pressioni atmosferiche sarebbero all’origine di una forte concentrazione di monossido di carbonio. Le analisi hanno escluso si tratti di trypanosomiasis africana, una malattia parassitica dai sintomi simili a quelli riscontrati sugli abitanti di Kalachi ad ondate, senza differenza di età o sesso, in particolare durante il periodo del disgelo. Si è arrivati anche a pensare si possa trattare di un fenomeno di isteria collettiva, fenomeno che nella storia ha diversi precedenti, come l’epidemia danzante di Strasburgo del 1518 o i disturbi delle studentesse di Kabul del 2012.

In questi due anni sono state molte le ipotesi scartate, come molti sono stati gli esperti coinvolti nello studio del caso di Kalachi. Sono stati studiati il terreno del villaggio, la salute degli abitanti e la loro storia personale, ogni tentativo di capire cosa stia succedendo resta senza frutto. Le autorità tendono, come Sergei Lukashenko direttore del Kazakhstan’s National Nuclear Centre’s Radiation Safety and Ecology Institute, tendono a minimizzare il ruolo delle scorie radiottive sebbene, secondo alcune fonti locali, temano un diffondersi dell’epidemia, questione che preoccupa anche i villaggi vicini. Sempre secondo fonti ufficiali ma rimaste autonome, la popolazione di Kalachi potrebbe essere presto trasferita altrove.

Il sonno misterioso di Kalachi potrebbe raggiungere la vita politica del Kazakistan. Ad aprile si terranno infatti le elezioni presidenziali anticipate a cui concorrerà ancora Nursultan Nazarbayev, padre e padrone del paese. Inizialmente prevista per il 2016, la tornata elettorale è stata anticipata dal parlamento kazako su proposta dello stesso Nazarbayev. Secondo alcuni analisti, le ragioni andrebbero ricercate nel difficile periodo economico che starebbe per iniziare a causa della dipendenza del Kazakistan dai proventi del settore energetico. Si vorrebbe quindi rieleggere il presidente in carica prima che l’economia del paese peggiori.

A sfidare Nazarbayev solo due candidati, mentre altri quattro non hanno presentato tutta la documentazione necessaria, sei non hanno superato l’esame di lingua e cultura kazaka ed altri tre si sono ritirati spontamente. Resta da vedere se qualcuno riuscirà a svegliare Kalachi oppure qualcun’altro addormenterà il Kazakistan.

Fonte immagine Wikicommons


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