All’indomani dell’assalto degli Shabab contro un campus universitario, costato la vita a 147 persone tra gli studenti cristiani, le autorità fanno sapere che il Kenya “non si lascerà intimidire dai terroristi che hanno scelto di uccidere degli innocenti per umiliare il governo”. Lo ha detto il ministro degli Interni di Nairobi, Joseph Nkaissery, in visita a Garissa.

Un’immagine del Garissa University Campus (thehindu.com)
Dagli al-Shahab arriva una nuova minaccia. “Il Kenya vivrà altri attacchi mortali. Non ci sarà alcun luogo sicuro per i kenyoti, fintanto che il Paese manterrà le sue truppe in Somalia”, ha detto in una dichiarazione alla radio al Andalus, legata al gruppo, il portavoce degli al-Shabab, Ali Mohamud Rage. Il riferimento è al coinvolgimento dei militari di Nairobi nella missione dell’Unione Africana dispiegata in Somalia a sostegno del governo e per la sicurezza e la stabilità del Paese. “Molti studenti cristiani, poliziotti e vigilantes sono morti e molti sono rimasti feriti”, ha rivendicato ancora il portavoce degli al-Shabab. L’identificazione di una parte delle vittime avverrà a Nairobi. E’ quanto si legge sulla Bbc, che segnala la presenza di diverse ambulanze a Garissa, città a circa 200 km dal confine con la Somalia. I mezzi di soccorso hanno lasciato l’università per portare molti dei corpi nella capitale kenyota, visto che le camere mortuarie di Garissa sono piene. Gran parte degli studenti uccisi giovedì provenivano da diverse zone del Paese. L’attentato di ieri in Kenya: 147 morti. E’ di 147 morti il bilancio definitivo dell’attacco compiuto ieri nel campus universitario di Garissa in Kenya, dagli estremisti somali al- Shabaab. Lo rende noto il ministro dell’Interno kenyano, sottolineando che l’assedio è terminato. Oltre 500 gli studenti tratti in salvo. L’attacco è stato rivendicato dagli “al-Shabab” somali: “Abbiamo ucciso molte persone e i kenioti saranno scioccati quando entreranno” nel campus. Gli Shabab hanno colpito in un momento in cui c’erano ancora molti studenti che dormivano nelle loro residenze. Al momento dell’attacco c’erano poco più di 700 studenti nel complesso universitario. Un portavoce del gruppo islamista somalo ha confermato che sono stati presi studenti in ostaggio e che sono stati divisi tra musulmani e non musulmani. Le operazioni per liberare l’università. L’esercito ha circondato l’università della città di 120mila abitanti a 140 km dal confine somalo che già in passato è stata teatro di attacchi da parte dei miliziani somali. Le operazioni per liberare l’università sono andate avanti per molte ore. Gli assalitori sarebbero cinque secondo alcune fonti, oltre 10 secondo altre. Confermata l’uccisione di due guardie di sorveglianza e di due assalitori. L’attacco è iniziato questa mattina presto nella moschea del campus dove gli assalitori sono entrati mischiandosi ai fedeli della preghiera del mattino. Poi sono iniziate sparatorie ed esplosioni. Testimoni, citati dalla Cnn, raccontano che oltre 10 miliziani con indosso divise tipo militare hanno sparato all’impazzata in tutto il campus dove la maggior parte degli studenti stava ancora dormendo. Alcuni studenti sono stati decapitati. Numerosi studenti, ostaggio degli al-Shabab nell’attacco al campus universitario di Garissa, in Kenya, sarebbero stati decapitati. Lo hanno riferito alcuni sopravvissuti che sono riusciti a fuggire citati dalla rete all news sudafricana ‘News24′. “Abbiamo visto molti corpi senza testa mentre fuggivamo, hanno ucciso molte persone”, ha detto ancora scossa Winnie Njeri, una delle studentesse tratta in salva delle truppe di difesa di Nairobi. Una settimana fa l’allarme dell’intelligence. L’attacco all’università di Garissa arriva dopo che una settimana fa era stato diffuso dall’intelligence un allarme su possibili attacchi terroristici contro università. Ma le misure di sicurezza erano state adottate principalmente in tre atenei di Nairobi, la Kenyatta University, l’University of Nairobi, e l’United States International University. (ADNKRONOS)