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Il labirinto del fauno

Creato il 24 luglio 2015 da Alessandro Moccia @cinemainpixel

4286_bigRAI 4 (canale 21) ore 21:10

Le 300 parole che in genere compongono i miei articoli non basterebbero neppure a spiegare in superficie cos’è il film, ed infatti sul web gli approfondimenti si sprecano. Nonostante la profondità di intenti Del Toro riesce a creare un’opera godibile anche da chi cerca il puro intrattenimento o chi spera di trovarci del romanticismo a tutti i costi o chi è ossessionato dalla componente sociale e politica. Ognuno ci può trovare una parte di sé, ognuno può estrapolare quella componente che gli permette di sentirsi parte della storia e di riconoscersi dentro.

Dopo La spina del diavolo, Guillermo del Toro torna ad occuparsi della Spagna post guerra civile, dominata dal franchismo che si apprestava a reprimere ogni minuscola fiamma rivoluzionaria. Lo fa attraverso gli occhi di una bambina, Ofelia, che si ritrova a dover subire la spietatezza del capitano dell’esercito franchista Vidal, secondo marito di sua madre Carmen. La fantasia e l’innocenza fanciullesche sono le prime ad essere uccise dall’autoritarismo, ma sono anche il mezzo per crearsi un rifugio, un modo per esorcizzare crudeltà ed efferatezze che circondano la ragazzina. L’ingenuità di Ofelia la rende libera e la sua volontà di cambiare le piccole cose che le stanno a cuore la portano a cercare aiuto nella sua fervida immaginazione. La fantasia della mente, unita alla purezza dell’animo, creano un mondo fantastico, ma forse più vero della vita stessa, un mondo speculare alla realtà dove la costrizione diventa scelta, dove non si è deboli e impotenti e le prove da affrontare si superano divenendo coscienti delle proprie forze.

Il percorso spirituale di Ofelia attinge dalla letteratura classica, dall’esoterismo e dalla mitologia, sia nella forma che nei contenuti: il complesso di Crono, l’importanza data agli occhi, l’iniziazione, la guida spirituale Pan, il superamento di alcune prove, le tentazioni del mondo materiale, lo scontro tra opposti, la punizione divina, il sacrificio finale. Elementi fantastici e reali si mescolano e si completano con un tale equilibrio che riesce difficile dissociarli e non confonderli, rendendo questo film unico nella sua semplicità, pregno di domande le cui risposte sono “visibili solo agli occhi di chi sa guardare”.


Archiviato in:Il cinema dal divano Tagged: Guillermo del Toro, Il labirinto del fauno, Ivana Baquero, Sergi Lopez

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