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Il labirinto femminile, una recensione (di Chicca)

Creato il 24 febbraio 2011 da Anellidifum0

Giuro che avrei voluto avere il tempo di dedicarmi io alla lettura del libro più pompato pubblicitariamente che ricordi, con tanto di spot televisivi e trovate di marketing azzeccate, come l’arruolamento di Ruby Rubacuori e altre meretrici intellettuali a leggere frasi da gobbi di cui faticavano non dico a capire il senso, ma anche solo la pronuncia in italiano. Tuttavia, ho tra gli amici più cari qualcuno che si è sacrificato per me e per noi tutti, affinché anche l’avvocato Alfonso Luigi Marra potesse godere di una sua recensione su queste pagine virtuali. E allora cedo volentieri lo spazio:

Il labirinto femminile, una recensione (di Chicca)

Recensione di Chicca:

In sintesi: Luisa, dammela perché sennò finisce il mondo.
No no, non sto mica scherzando, quella che avrete in mano – se non vi mancherà il coraggio – è un’opera falsamente dedicata all’amore tra un uomo (uno stalker all’ultimo stadio) e una giovane donna (un’acqua cheta piuttosto furbetta). Il succo, il nucleo, dell’immane sforzo dell’avv. Marra Alfonso Luigi, è nelle “chiavi di lettura”, che il Nostro si premura di fornirci dopo 300 pagine di epistolario via sms e rare mail. Epistolario che, di per sé, merita un encomio: poiché il tono e i contenuti si evincono già a pagina 3, la capacità dell’autore di gonfiare il nulla fino alle dimensioni dello Zelig hanno del miracoloso. Paolo: me la dai? Luisa: mi sa di no. Paolo: dammela! Luisa: eccotela. Paolo: mo’ la voglio ancora di più. Luisa: ti attacchi a meno che non mi sposi. Ma perdonate, la mia è una misera parafrasi di sms che spesso raggiungono inusitate lunghezze (a proposito, avv, Marra, di quale pusher… ehm… operatore telefonico si serve?) e contengono articolatissimi e dotti ragionamenti. Salvo chiudersi – e sfido a dire che non è genio questo! – con la formula TA, che sta per “ti amo”. Nemmeno un quindicenne tossico dell’acronimo digitalizzato era mai giunto a tanto!
Ma, si diceva, per chi riesce a valicare il monte dell’epistolario, il Nostro ha in serbo le sue chiavi di lettura: non sia mai detto che quanto sopra venga semplicemente bollato come una cagata pazzesca! Ed è in questa parte del tomo che apprendiamo alcune scomode, quanto profonde, verità:
- l’epifania: nella tarda primavera del 1985 il Nostro comprende di aver sempre “antologizzato” se stesso e gli altri, cioè di averli incasellati in immagini stereotipate;
- tale rivelazione sconvolge la sua vita: da un atteggiamento di maschio prevaricatore lo spinge alla ricerca di un rapporto dialogico con la donna;
- ma attenzione: è la società e la cultura dominante che impone questo errato modello di rapporti sintetizzato nella formula: “se io te la dò, tu che mi dai in cambio?”;
- tale modello di relazioni, basato sull’interesse dell’individuo, ha una radice economica: è il potere bancario a imporre uno schema funzionale al profitto ma deleterio allo sviluppo dell’umanità;
- tassello finale: questo modello, che ha rallentato di “milioni di anni” (?) lo sviluppo dell’umanità, ci porta al disinteresse per le problematiche reali, quali i cambiamenti climatici, destinate a precipitarci verso la distruzione del mondo.
Tutto ciò il Nostro ha compreso e, pur a malincuore, ha deciso di farsi carico di portare il mondo a conoscenza di cotanto sapere. L’autore si sovrappone più volte, in questa sezione, al suo personaggio, tanto da rendere flebili le distinzioni e da chiedersi se una Luisa esista davvero, posto che non si sia suicidata alla pubblicazione del libro.
Tra un congiuntivo sbagliato, un Cristo relegato a proprio precursore, un Dante liquidato quale espressione della cultura media, una Montalcini redarguita quale portatrice di baggianate, la sintesi resta: Luisa dammela, perché sennò finisce il mondo.

In certi casi sono a favore del TSO e maledico Basaglia. Sappiano i nuovi adepti del culto Marriano che non occorre spendere soldi per acquistare il tomo: come avvenne già per i vangeli, esso circola in copie clandestine affinché il Sapere possa raggiungere tutti.

Normalmente aborro il trash, ma qui rasentiamo il sublime!

Giudizio in stelle, da  ♦ a ♦♦♦♦♦: ♦


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