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Il lato b dell’essere padre: la scelta della scuola primaria!

Da Thewomoms2013

Ormai siamo abituate a confrontarci, a leggere le nostre varie esperienze e a consigliarci tra di noi.. Ma succede sempre tra donne!

E se fosse un uomo (un papà) a raccontarci per esempio la dura prova che é la scelta della scuola elementare, ops, primaria per il proprio figlio?

La racconterebbe come potrebbe farlo una mamma? Mmmmh, credo proprio di no!!

Eccoci con una bella novità, da oggi nel gruppo The Womoms ci sarà una voce fuori dal coro.. Quella di Paolo @figli_di_p che a modo suo ci racconta il LATO B DELL’ESSERE PADRE.

Ti facciamo un grande in bocca al lupo! Qui sei proprio nella tana dei leoni!! Buona lettura!

Il giorno in cui dissi a mia madre che io ed Eliana aspettavamo Lorenzo lei mi regalò il libro-Bibbia che custodiva da anni e che aveva consultato per crescere me e i miei fratelli. Nei giorni della nostra prima gravidanza vedevo i bambini degli altri al ristorante con schermi portatili e mi scandalizzavo, pensando a quanto egoisti fossero i loro genitori. I giorni prima che nascesse Jacopo pensavo alla commozione che avrei provato nel vedere i due fratellini che si guardavano negli occhi la prima volta. Pochi giorni prima che nascesse Lorenzo ero felice ed emozionato al cinema, a vedere “Robin Hood”. Poi sono arrivati gli altri giorni. Ora sono un padre. E il libro di mia madre lo usiamo per fermare la collana completa dei dvd del Pirata Jake e di Manny Tuttofare in cucina. Prima di uscire di casa per andare a cena fuori lascio il cellulare in carica per ore per averlo pronto al ristorante. Il giorno che è nato Jacopo ero a casa con l’altro figlio malato di scarlattina e mia moglie era la “ragazza madre” della clinica, prima che mi ammalassi pure io. Ah, l’ultimo film che ho visto al cinema è “Robin Hood”… Anzi, no… “Planes 2”.

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Come dire, capirete come ormai sia un pelino recalcitrante a fare progetti e propositi per la mia vita per un tempo più ampio di due ore. E invece mi trovo con Eliana di fronte a una scelta che dovrebbe impegnare quanto meno cinque anni della mia vita: la scelta della scuola elementare, anzi primaria per carità, che se mi sentono quelli del “Pof” all’Open Day mi seccano. Cinque anni non sono pochi, in questo tempo ho visto crescere Lorenzo e Jacopo, ho dormito quasi 20 notti, debellato una trentina di influenze, raccolto oltre quattro milioni di pezzi lego da terra. E’ una scelta più grande di me. E poi sono un pessimo padre, tento di fare il giornalista e il musicista, scrivo il mio papà-blog in cui parlo dei miei Figli di P (eh sì, mi chiamo Paolo e non ci stava il nome per intero…) e me la prendo con tutti. Ma si sa, io scherzo. Ora però si deve essere seri, ne va del futuro del tuo bambino.

Ce la metto tutta a fare il serio, lo giuro. Però dai, anche voi avrete partecipato all’Open day della scuola di vostro figlio. Come si fa a essere perfetti come le mamme dei vademecum che trovi in giro sul web? D’altronde il mio Open day, in estremo riassunto, è andato così: “Questo è il nostro piano dell’offerta formativa però non siamo sicuri di portarlo a termine” Come non siete sicuri? “Non sappiamo se avremo i docenti necessari” E quando lo saprete? “Il giorno prima dell’inizio dell’anno scolastico” Sì, ma le ore settimanali? “Non siamo certi di garantirne 40, potrebbero essere 36 o anche 32, con uscita alle 16, o alle 13 o alle 12.30, con mensa o senza mensa, con un insegnante o in copresenza”. Ma io devo organizzarmi con i nonni. “Dipende dal ministero”. E i docenti? “Puntiamo molto sul progetto ‘Scuola senza zaino’ ma non sappiamo se riusciremo a creare classi sufficienti per tutti”. A me però interesserebbe. “Senta, sia chiaro. Noi del corpo insegnante tradizionale rivendichiamo la bontà della progetto tradizionale, non solo il ‘senza zaino’ stimola i bambini”. Possiamo vedere le strutture della scuola? “Non ora”. E quando? “Ci sarà un’ora di tempo tra un mese all’ora di pranzo per conoscere tutto il nostro plesso”. Ma io lavoro. “Dipende dal ministero”.

Tutto chiaro no?

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E per fortuna che ci sono le mamme degli amici dei tuoi figli con figli più grandi che ti possono consigliare. “Mi hanno detto che nella scuola più vicina sono bravi ma troppo tradizionali, nell’altra sono sperimentali ma cambiano troppi insegnanti, e quella più lontana è ottima ma è troppo, troppo lontana”. E quindi tu cosa hai fatto? “No, io ho messo il grande in una scuola e la piccolina nell’altra, però non lo rifarei, troppo sbattimento”. E quindi? “Eh, devi valutare”.

Buona notte.Che si fa? Si cerca rifugio nella mamma, il porto sicuro che protegge dalle intemperie di questa esistenza impazzita: “Io ho sempre saputo che alle elementari (lei può dirla così, beata) si deve imparare a scrivere, leggere e far di conto”. Eh, ma nel 2016 non è mica tanto semplice. Se dico così all’insegnante del senza zaino le prende un ictus fulminante.

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Quindi, che si fa? Lorenzo, 5 anni, il prossimo anno inizia la scuola primaria; Jacopo, 2 anni, il prossimo anno inizia la scuola dell’infanzia. In mezzo il sottoscritto: che li deve accompagnare entrambi perché Eliana, poverina, a quell’ora già lavora da un paio d’ore. D’altronde quest’anno è bisestile mica per niente.

Accetto quindi consigli da chi mi legge. So che mi potrete aiutare. Un’unica cosa però, i suggerimenti non devono contenere le parole “Pof”, “ministero”, “laboratorio” e la frase o il significato equivalente di “coinvolgere il bambino nella scelta”. Perché io l’ho chiesto a Lorenzo che scuola vorrebbe frequentare. E lui mi ha risposto:“quella di Batman”. Che bello essere bambini. E poi, ripensandoci, Batman si fa vedere solo di notte: una scuola serale risolverebbe un bel po’ di problemi.


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