Siamo in una Calabria remota nella seconda metà dell'Ottocento: sulle montagne selvagge della Sila, in mezzo ad uno sfolgorante scenario naturale, lo squadrone di cavalleria guidato dal maggiore Albertis si getta all'inseguimento d'una banda di ribelli capitanati dal mitico Evangelista Boccadoro, contadino e spietato guerrigliero. L’intero sud brucia, e gruppi di combattenti armati sono in rivolta contro l’esercito calato nel mezzogiorno dopo la spedizione dei Mille e la caduta dei Borboni per annettere le regioni dell’ex Regno delle due Sicilie a una nuova nazione: l’Italia. La prima guerra combattuta dallo stato italiano è un conflitto etnico scandito da atrocità e massacri, stupri, fucilazioni e migliaia di morti fra i banditi, i militari e la popolazione civile. E così anche il duello ossessivo e tragico fra il maggiore Albertis e Boccadoro semina una lunga scia di sangue in una terra arcaica, misteriosa e dilaniata da una povertà indescrivibile. E soprattutto, agli occhi dei soldati nordici, abitata da un popolo di trogloditi superstiziosi incapaci di sottomettersi alle leggi della civiltà.Luigi Guarnieri racconta con un occhio originale ed estremo una pagina cruciale del nostro passato in questo I sentieri del cielo, e lo fa iniettando ogni pagina d'una forza evocativa di rara capacità deflagrante (ok, Faulkner e soprattutto McCarthy sono dietro l'angolo, ma non lo sono forse dietro quello d'una vastissima porzione di letteratura occidentale degli ultimi anni?). Scrittore poliedrico, Guarnieri reinventa un intero mondo dimenticato attraverso una prosa incalzante, serratissima, a tratti visionaria, restituendoci un «western-calabrese» dalle tinte fortissime, affollato di personaggi destinati a incidersi a fuoco nella memoria di chi legge. L'autore evita di parteggiare per una delle fazioni, ma ripudia la definizione di «banditi» che i 'vincitori' hanno consegnato alla storia. Mette invece a confronto una duplice realtà guidata da opposti sentimenti di giustizia, ideali perseguiti attraverso massacri di donne e bambini, stupri, torture crudeli, teste mozzate, budella che fuoriescono e cadaveri bruciati. Affrancati da ogni punto di riferimento reale, abbandonate case e famiglie, gli uomini si trasformano tutti egualmente in belve, senza alcuna distinzione tra buoni e cattivi, alla fine addirittura gemellati per aver lasciato fuggire - per opposte ragioni - ogni traccia di umanità in quel paradiso/inferno di crudele bellezza: lungo, appunto, i ''sentieri del cielo''. Sullo sfondo la massa sacrificabile della gente comune, che vive in una miseria estrema e una fatica quotidiana bestiale, patendo gli avvenimenti come piaghe bibliche, o come unica materializzazione del potere, vecchio o nuovo che sia. Una lettura coinvolgente, consigliatissima in questo periodo di celebrazioni del 150° compleanno dell'Unità d'Italia.
I sentieri del cielo - Luigi Guarnieri (Ed. Rizzoli)
Magazine Cultura
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