pp. 280
€ 19,00
ISBN 9788806222819
Amato Signor Augias, che mi combina?
La prima cosa che ho pensato leggendo le prime pagine di questo libro è stata che è assimilabile per certi versi a "Il mondo di Sofia"ma in questo caso potremmo parlare de il mondo di psiche. Augias usa lo stratagemma del romanzo per affrontare il tema della psicologia, di come è nata e dell'importanza che ha acquisito sempre più negli anni, il progetto sarebbe sostanzialmente buono, la realizzazione invece è un un minestrone dove gli ingredienti non sono dosati alla perfezione. Il libro è troppo "saggio" per essere un romanzo e troppo romanzo per essere un saggio; L'operazione che vuol fare l'autore di unire le due cose non è decisamente riuscita, ora prevale un lato ora l'altro e non si ottiene una mescolanza perfetta, una fusione armonica. Nonostante i difetti elencati la lettura scorre in modo piacevole e la parte gialla del romanzo nonostante tutto risulta abbastanza avvincente anche se talvolta poco credibile. L'autore pone l'accento su come spesso la psicoanalisi si sia evoluta a spese della donna, sulla quale sono stati svolti la maggior parte dei tirocini dei fondatori di questa nuova "medicina". Il maggior pregio di questo libro forse è il modo di scrivere, colto senza essere pretenzioso e sufficientemente chiaro nell'esposizione dei concetti. Dopo circa la metà del romanzo il racconto e la parte prettamente psicologica mi sembrano più integrate tuttavia gli argomenti continuano ad essere troppi, si ha la sensazione che Augias abbia voluto affrontare troppe tematiche tutte insieme ed abbia finito per creare un mix poco approfondito e tenuto insieme forzatamente.vista la mia venerazione per l'autore in qualità di conduttore ed essere umano avrei voluto poter gridare al capolavoro ma purtroppo non è così, i buoni spunti di base e qualche concetto interessante non riescono a salvare l'opera nella sua interezza.Citazioni:
"Il dolore è lo strumento, il vero fine della crudeltà è il dominio."
"Nulla sarebbe stato peggio che invidiare un giorno la vita che non erano riusciti a vivere: scaricare la delusione, o il rancore che sicuramente ne sarebbe derivato, su chi gli stava accanto. O su se stessi."
"È possibile che ci sia più verità psicologica, cioè umana, in una menzogna che non nel fedele resoconto degli eventi." cit. "Il lato oscuro del cuore" di C.Augias
"Uno dei problemi di avere così tanti anni, confessò, era nel rendersi conto che c'è ancora in noi l'ombra di una misteriosa crudeltà ereditata da quando eravamo belve, rimasta anche se ormai è diventato inutile."