Ad urne elettorali ormai ampliamente aperte, con un esito che ha visto forse il M5S come l'unica forza politica capace di fregiarsi del titolo (benchè minoritaria in Parlamento) di "vincitore", l'Italia e gli italiani interi si trovano con una nuova creatura fra le "mani". Si tratta di un essere nuovo, (solo apparentemente?) non assimilabile alle precedenti categorie politico-partitiche che hanno contraddistinto le due "prime" Repubbliche; il M5S uscente dalle urne appare infatti come un MoVimento che è stato capace di conseguire mirabili risultati grazie ad un contemporaneo "fluire" di varie e differenti componenti:
- (eufemisticamente) scarsa credibilità del sistema politico pre-esistente;
- delusione e stanchezza (eufemistiche anche queste) nei confronti di classi dirigenti che hanno ridotto il Paese più bello del mondo ad un cumulo di macerie senza quartiere;
- ingigantimento del senso di "caccia all'untore", secondo la quale l'italiano medio è sempre vittima e mai carnefice per le pessime ed attuali situazioni;
- esasperazione del concetto di "delega elettorale", secondo la quale è sempre meglio avere un leader capace di risolvere ogni problema (o di diffondere fumo?) all'insegna di un "ghe pensi mi" di berlusconiana memoria;
- contemporanea riscoperta del principio secondo il quale "uno vale [o dovrebbe valere?] uno", capace di regalare all'italiano nuove e ragionevoli speranze di riscatto dal basso;
- credibilità costruita negli anni e nella carriera da parte di chi, come Beppe Grillo, è riuscito in tempi non sospetti a fare battaglie condivisibili (e tremendamente ignorate) od a svelare scheletri e polveri da occultati armadi (cfr. Parmalat).
"Il M5S è pronto a prendersi una grossa fetta del Parlamento italiano: [...]. Ma come è stato possibile questo successo incredibile e velocissimo? Grillo e Casaleggio richiamano la forza della Rete: Internet per loro è una sorta di divinità alla quale affidarsi per risolvere ogni problema e sostituire la classe politica con un network di 'cittadini connessi'. Ma davvero la Rete ha queste capacità taumaturgiche? Federico Mello spiega come in realtà questa si presti ad abusi e manomissioni, e come Grillo e Casaleggio abbiano usato a piene mani tecniche manipolatorie per creare un Movimento che [...]risulta [...]chiuso e rigidamente verticale [...]. Questo libro non è solo il racconto di un protagonista della vita pubblica italiana, ma anche un 'case study' su progetti politici che proliferano tra le maglie di internet, le cui emulazioni [...] saranno certamente numerose. Se il XXI secolo è il secolo della Rete, è importante cominciare ad attrezzarsi per poterlo affrontare al meglio."
Affrontare al meglio un fenomeno come quello della "rete" significa informarsi, superando anche le barriere imposte dal principio secondo cui "tutto è bene perchè tutto sta andando bene". Risulta infatti necessario muovere passi come questi soprattutto nel momento in cui tutto sembra procedere per il meglio: chi può (r)esistere dietro alle urla ed ai comizi del comico divenuto politico e cammuffato da megafono? Cosa può rendere la Rete un fenomeno inadatto alla perfezione ed alla collettiva visibilità? Per rispondere a domande come queste è necessario affrontare con consapevolezza parole simi a quelle riportate nel seguito: web-marketing, rating, web-engagement, "tweet-bombing", astroturfing, [...]. Esistono quindi tecniche o metodi che possono rendere la rete più sbilanciata ed iniqua di come realmente venga esaltata dalla quotidiana propaganda del M5S? Quali "sospetti" gravitano attorno ai dipendenti della Casaleggio Associati, curatrice del blog e dei meetup di riferimento del M5S? Parte del successo del M5S può essere attribuita a (de)meriti provenienti da ipotesi e congetture elaborate da GianRoberto Casaleggio e dal suo figlio Davide? La risposta all'ultima domanda sembra essere, alla luce dei moltissimi elementi esposti nel libro, assolutamente scontata: sì, buona parte del consenso affidato al M5S è attribuibile a teorie elaborate dal duo sopra riportato. Informazioni importanti sono riferite e contenute in opere che, quando ancora era possibile, avrebbero potuto essere adeguatamente considerate per rendere un pò "meno imprevedibile" il "boom" maturato: per informazioni si rimanda ad un'opera edita da Casaleggio Junior. Il titolo di tale libro, pubblicato ormai qualche anno fa, è emblematico di quanto è poi avvenuto dopo pochi anni su scala nazionale: "Tu sei Rete - La rivoluzione del business, del marketing e della politica attraverso le reti sociali." Concetti presenti in tale opera sembrano anticipare quanto poi verificatisi su scala nazionale, specialmente per quanto concerne il ruolo assegnato ad una rete che è riuscita a diventare plasmatrice di consensi. Per qualunque confronto ulteriore, si rimanda alla pagina presente nel sito della stessa Casaleggio Associati (cfr. http://www.casaleggio.it/2008/12/tu_sei_rete.php) od al libro scritto dal giornalista Mello. Può accadere quindi che la "rete" possa condurre ad una forma di vera e propria auto-organizzazione, assimilabile per esempio alla struttura ed alle fenomenologie che avvengono all'interno di un formicaio? L'autore del libro è, a questo proposito, chiarissimo su uno dei possibili coni d'ombra del M5S:
"[...] Le formiche non devono sapere di essere tali, non devono conoscere le regole del formicaio: la natura farebbe venir fuori comportamenti non il linea con "l'interesse generale" della Rete e con l'obiettivo deciso a monte. [...] Se traduciamo tutto ciò in un movimento politico, c'è da rimanerne basiti: è inevitabile che in una struttura di questo tipo non sia dato spazio ad alcun tipo di dissenso.[...]"
Cosa può accadere all'auto-organizzazione di un formicaio quando sopraggiungono "formiche pensanti" che si interrogano sui perchè di un continuo e sempre identico andirivieni? Da queste domande si dipartono, più o meno indirettamente, altrettante domande relative alla struttura ed al futuro che il M5S vorrebbe [potrebbe/dovrebbe] regalare all'Italia dopo lo straordinario consenso ricevuto da queste elezioni politiche:
- Forte di un programma politico (reputato) unico e perfetto, è possibile chiedersi chi e come ne abbia contribuito alla stesura? Attraverso quali modalità partecipative è stato possibile formulare le (troppo generiche?) proposte in esso contenute?
- Cosa ne è stato/ cosa ne sarà della piattaforma "wiki" tanto promossa e promessa dal comico-megafono Grillo, utile a concretizzare il principio secondo cui "uno vale uno", permettendo ad ogni iscritto di dare un contributo e/o sottoporre a votazione ogni singolo punto del programma?
- Chi si nasconde dietro al famigerato nickname "staffgrillo"? Quali sono le deleghe ed i compiti assegnati ai singoli dipendenti della Casaleggio Associati? I post presenti al sito beppegrillo.it sono opera del solo comico-megafono od attribuibili anche ad altre persone dipendenti dall'azienda sopra riportata?
- E' ancora valido il principio secondo cui "uno vale uno" nei casi in cui il vertice di un MoVimento strutturato "piramidalmente" possa espellere od allontanare un membro qualunque della base?
- Se il principio secondo cui "uno vale uno" è valido, è altrettanto confermabile il credo secondo cui è opportuno "bandirne uno per zittirne cento"?
- A chi è intestato il marchio del M5S? Chi ne detiene i diritti?
- Per quali motivi è possibile essere espulsi da un MoVimento attraverso post scriptum od attraverso lettere provenienti da uno studio di avvocati?
- Quali passi eseguire per potenziare le forme di democrazia partecipativa, in un contesto nel quale a zero euro è stata sviluppata una piattaforma capace di far scegliere parlamentari a (stimate) 30mila persone circa?
- Può un "non eletto" [e non-eleggibile!] impartire ordini politici tramite "tweet" o post a parlamentari "eletti" ed ormai "intrappolati" all'interno dello stesso sistema democratico da abbattere?
- Quali esperienze e curriculum si nascondono dietro ai dipendenti della Casaleggio Associati? Possono avere gli stessi un ruolo importante all'interno del M5S?
"[...] Numerosi pasdaran in difesa di Grillo chiedono spesso: 'Dove sarebbero i Favia, i Tavolazzi, le Salsi, senza Beppe Grillo?'. La domanda a mio avviso va ribaltata. Dove sarebbero Grillo e Casaleggio se persone comuni, cittadini stufi della solita politica, non si fossero spesi in prima persona, non avessero dedicato tempi e risorse a banchetti, incontri, dibattiti, attività sul territorio? Cosa ne sarebbe stato di Grillo senza i grillini? [...]"
Le responsabilità stanno diventando pesanti, forse neppure ipotizzate da quanti hanno (giustificabilmente) lottato per un progetto che appare alle volte confuso e troppo eterogeneo per incamerare percentuali sempre più dilaganti di consenso. Sarebbe possibile porre altrettante infinite riflessioni, altrettante domande e discussioni: serve principalmente riflettere, su moltissime altre questioni.